
“È arrivato il momento di fare chiarezza e mettere fine a una narrazione sbagliata¨ con questa affermazione l´assessora alla Sanita´ Nicoletta Veri´ apre la discussione alla seduta della Commissione Bilancio insieme al direttore del Dipartimento, Emanuela Grimaldi e prosegue: ¨Il disavanzo del sistema sanitario regionale non è frutto di cattiva gestione. I numeri dicono altro, e chi continua a diffondere confusione lo fa solo per alimentare uno scontro politico. Per correttezza istituzionale ho atteso il confronto in Commissione prima di intervenire pubblicamente – spiega Verì – ma ora è necessario rimettere ordine in un dibattito che è diventato una rissa politica, senza fondamento e spesso senza rispetto per la verità dei fatti”. Il disavanzo 2024, che ammonta a circa 81 milioni di euro, secondo Verì è legato a fattori concreti e documentati, come emerge anche dai dati forniti dall’Advisor, la struttura che supporta la Regione nei tavoli ministeriali. Il principale responsabile? L’aumento del costo del personale sanitario, che ha raggiunto 941 milioni di euro, con un incremento di 43 milioni rispetto al 2023, dovuto soprattutto agli adeguamenti contrattuali. Questo è il motivo per cui è stata proposta la rimodulazione delle addizionali Irpef – continua –: il gettito andrà a coprire proprio queste spese. È una scelta di responsabilità, fatta per garantire la tenuta del sistema”.
Nel dettaglio, tra il 2022 e il 2024, la sanità regionale ha visto oltre 500 operatori in più e l’assunzione a tempo indeterminato di 1850 persone, di cui 1300 stabilizzati dopo anni di contratti precari. Ma non è solo il personale ad aver inciso. L’Advisor segnala anche aumenti nei costi per farmaci, dispositivi medici, servizi informatici e prestazioni sanitarie private richieste per ridurre le liste d’attesa, come previsto dalle norme nazionali e regionali. Solo i prodotti farmaceutici sono costati 22 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. E a chi accusa la Regione di aver nascosto la situazione prima delle elezioni, Verì risponde in modo netto: “È una tesi che non regge. Il 2023 si è chiuso in equilibrio, come certificato sia dai Ministeri che dalla Corte dei Conti. Il disavanzo è dovuto a fattori imprevedibili, come i rinnovi contrattuali, non certo a problemi pregressi”. L’assessore rivendica anche gli investimenti fatti dal 2019 ad oggi, ben oltre i fondi PNRR, per rinnovare le attrezzature e gli elettromedicali negli ospedali. “Chi c’era prima di noi – afferma – non ha comprato nemmeno un ecografo, mentre noi abbiamo modernizzato strutture e assunto personale, uscendo dalla logica dei contratti precari”. Verì ammette che ci sono difficoltà, soprattutto nella percezione del servizio da parte dei cittadini, ma sottolinea che il Fondo Sanitario Nazionale destinato all’Abruzzo è paragonabile a quello di un singolo comune come Milano. Una disparità che pesa. “È facile attaccare, ma chi lo fa dimentica che dietro la sanità ci sono migliaia di lavoratori che ogni giorno danno il massimo. Le critiche che ricevo non colpiscono solo me, colpiscono loro: i medici, gli infermieri, i tecnici e tutto il personale che tiene in piedi la nostra sanità con impegno e dedizione”.