
La microbiologia è una scienza giovane, nata solo pochi secoli fa. Le sue radici risalgono al Seicento, quando un commerciante olandese, Antoni van Leeuwenhoek, inventò un rudimentale microscopio per controllare la qualità delle fibre tessili. Grazie a questo strumento, osservò per la prima volta minuscoli esseri viventi, che chiamò “animaletti“. Solo molto più tardi si comprese che alcuni di questi organismi potevano causare malattie. Nel XIX secolo, scienziati come Louis Pasteur e Robert Koch fondarono la microbiologia moderna. Koch si concentrò sui microrganismi patogeni, mentre Pasteur dimostrò che alcuni microbi potevano essere utili per produrre alimenti come birra e vino. A questi pionieri si aggiunsero altri studiosi importanti come Sergej Vinogradskij, che esplorò il ruolo dei microbi nell’ambiente, e Il’ja Mečnikov, che scoprì il fenomeno della fagocitosi, cioè la capacità di alcune cellule di inglobare e distruggere microrganismi dannosi. Nel Novecento, l’attenzione della microbiologia si focalizzò soprattutto sui microbi patogeni. Lo studio in laboratorio era complesso, ma, nonostante ciò, si riuscì a sviluppare strumenti fondamentali per la salute pubblica: vaccini, antibiotici e regole igieniche. Un cambiamento radicale è avvenuto con la rivoluzione genomica, grazie a scoperte come la struttura del DNA, la decifrazione del codice genetico e l’invenzione della PCR (reazione a catena della polimerasi). Queste innovazioni hanno permesso di analizzare il DNA dei microbi in modo veloce ed efficiente. Abbiamo scoperto così che il numero di specie microbiche è enorme: oltre 1000 miliardi, contro circa 1400 specie patogene. I microbi esistono sulla Terra da almeno 3,7 miliardi di anni. Hanno trasformato il nostro pianeta rendendolo abitabile, producendo ossigeno, formando suoli e collaborando con piante e animali. Anche nel nostro corpo vivono miliardi di microbi, in particolare nell’intestino, dove aiutano a digerire, a produrre vitamine e a mantenere sano il sistema immunitario. Il nostro corpo contiene più cellule microbiche che cellule umane. Il microbiota si forma dalla nascita, attraverso il parto, il latte materno e l’ambiente. La sua composizione è influenzata dalla dieta: una dieta ricca di fibre favorisce la varietà e l’equilibrio del microbiota, elementi chiave per la salute. La teoria dell’olobionte afferma che ogni organismo è il risultato dell’interazione tra i propri geni e quelli dei microbi ospiti. Il metagenoma umano è quindi la somma del DNA umano e microbico. Una buona educazione del sistema immunitario richiede un’esposizione precoce a molti microbi diversi. L’uso eccessivo di antibiotici e disinfettanti, tipico delle società moderne, può danneggiare questo equilibrio e favorire malattie autoimmuni, allergie e infiammazioni croniche. Un rischio concreto è la resistenza agli antibiotici: i microbi più resistenti sopravvivono e si diffondono, rendendo molte infezioni difficili da curare. La pandemia silenziosa della resistenza antimicrobica ci riporta a un’epoca in cui anche una semplice infezione poteva essere letale. Tuttavia, abbiamo a disposizione strumenti potenti: vaccini, nuovi antibiotici, batteriofagi (virus che attaccano i batteri), probiotici e biotecnologie. Per usarli al meglio, dobbiamo cambiare approccio: evitare abusi di antibiotici, scegliere alimenti che favoriscano un microbiota sano e rispettare l’equilibrio microbico dell’ambiente. I microbi sono la base della vita sulla Terra. Preservarne la diversità è essenziale per la salute dell’intero pianeta.