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Nella cultura cristiana il mese di maggio è dedicato alla Madonna e sono tante le festività religiose che vengono rievocate nelle località abruzzesi.

Fra tutte, Pratola Peligna è conosciuta come “il paese della Madonna”. Ogni anno la prima e la seconda domenica di Maggio, in onore della Madonna della Libera, offre uno spettacolo indescrivibile di vita festosa, di movimento frenetico, di bancarelle che espongono e vendono le cose più disparate.

Luci, colori, suoni, profumi, che fanno da cornice ad un paese che si  riempie di vita,  accogliendo i numerosi fedeli provenienti da ogni parte d’Abruzzo e anche dall’estero!

L’origine del culto verso Maria, trae origine dal leggendario rinvenimento di un quadro raffigurante la Vergine in atto di proteggere i devoti, fra cui il Papa Celestino V,  trepidamente raccolti sotto il suo manto.

A trovarlo, agli inizi del 1500, sarebbe stato un tal Fortunato che, malato di peste, si era rifugiato tra i ruderi di una antica chiesetta campestre, nella borgata Torre, dipendenza del Comune di Pratola, per attendere in un luogo sacro l’ormai prossima fine.

Addormentatosi, vide in sogno  una Donna bellissima, vestita di rosso e con un manto celeste, che si presentò come “Liberatrice”, assicurando l’immunità dalla peste per lui e per tutto il popolo di Pratola.

Lo stupefatto Fortunato, svegliatosi, intravide tra le macerie un occhio che lo fissava; scavò e vide affiorare via via una figura divina, che gli fece esclamare con fede: “Madonna, liberaci”.

Informata del fatto, la gente accorse raccogliendosi in preghiera e fu deciso di portare l’immagine in paese, con un carro trainato da buoi. A questo punto, sarebbe sorta una contestazione da parte dei vicini sulmonesi, probabilmente per l’incerta collocazione territoriale del luogo del ritrovamento, che volevano per sé la prodigiosa immagine.

Si decise allora di risolvere la contesa, lasciando ai buoi la scelta del luogo verso cui dirigersi. I sulmonesi attaccarono al carro sette paia di animali, ma il carro non si muoveva.

Si mosse, invece, al tiro dei soli due buoi attaccati dai pratolani, dirigendosi verso Pratola e “impuntandosi” nel posto in cui poi sorse il Santuario, inaugurato nel maggio del 1912 al termine dei lavori avviati nel 1851, quando si decise di ampliare la primitiva cappella, che ancora oggi custodisce l’antica immagine.

Oggi i festeggiamenti in onore della Madonna della Libera iniziano il primo venerdi di maggio con l’accoglienza dei pellegrini provenienti da Gioia dei Marsi, continuano con la caratteristica esposizione della statua il sabato mattina fino ad arrivare alla domenica con la solenne  processione per le vie del paese a cui partecipano le autorità, i vari comitati e numerosi fedeli.

Tra i vari eventi religiosi, numerosi anche quelli civili: concerti, tornei e da non perdere i tradizionali fuochi d’artificio del sabato sera.

Un programma, dunque,  molto ricco, per una tradizione che da tempo, ormai immemorabile, si ripete immutata e si tramanda di generazione in generazione tra i pratolani sempre e solo con un unico grido: “Evviva la Madonna della Libera”.

Marcella Mastrogiuseppe

 

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