
Se quest’estate vi è sembrata sfuggire via troppo in fretta, non è solo un’impressione. Alcuni giorni, infatti, sono stati realmente più brevi del solito. A dirlo non è una sensazione condivisa sotto l’ombrellone, ma i dati raccolti dagli scienziati che, millisecondo dopo millisecondo, monitorano la rotazione terrestre. Il 5 agosto, ad esempio, la Terra ha girato su se stessa 1,5 millisecondi più velocemente rispetto alla media. Pochissimo, è vero: meno di quanto serva a sbattere le palpebre. Eppure, è un segnale che ci ricorda quanto il nostro pianeta sia vivo, complesso, e tutt’altro che prevedibile. Ma cosa fa variare la durata di un giorno? In teoria, il nostro pianeta dovrebbe ruotare sempre con la stessa regolarità. In pratica, diversi fattori lo rallentano o lo accelerano: dal misterioso movimento del nucleo terrestre ai venti dell’atmosfera, fino alla forza di gravità della Luna. Al centro della Terra, sotto i nostri piedi, una gigantesca sfera di ferro liquido ruota a modo suo, e negli ultimi decenni pare abbia rallentato. Per mantenere l’equilibrio, il resto del pianeta – quello su cui viviamo – ha aumentato leggermente la velocità. La fisica lo chiama principio di conservazione del momento angolare; noi possiamo semplicemente dire che, se una parte rallenta, un’altra deve accelerare. A questo si aggiunge l’influenza dell’atmosfera, che cambia con le stagioni: d’estate i venti rallentano leggermente, e anche qui la Terra risponde accelerando la propria rotazione. Infine, la Luna con il suo movimento continuo attorno al nostro pianeta, crea variazioni cicliche ogni due settimane: quando è più a nord o più a sud dell’equatore terrestre, la sua attrazione provoca piccoli aggiustamenti nella velocità con cui la Terra gira. Tutti questi fattori, insieme, rendono l’estate dell’emisfero nord il periodo dell’anno in cui la Terra tende a ruotare un po’ più in fretta. È già successo il 10 luglio, il 22 luglio e appunto il 5 agosto. E potrebbe succedere di nuovo il 18 agosto, dicono gli scienziati. Ma se vi state chiedendo se questo cambi qualcosa nella vostra vita quotidiana, la risposta è semplice: no. Non noterete l’alba spuntare prima, né vi accorgerete di aver dormito qualche millisecondo in meno. Eppure, tutto questo conta moltissimo. Il sistema GPS, ad esempio, funziona proprio grazie alla conoscenza precisissima di dove si trova ogni satellite rispetto alla superficie terrestre, e ogni variazione della rotazione può fare la differenza. Così, mentre viviamo le nostre giornate estive cercando di ritagliare qualche attimo di relax, un esercito silenzioso di astronomi e geofisici in tutto il mondo tiene d’occhio il nostro pianeta, tracciandone i movimenti impercettibili. Alcuni di loro scrutano quasar lontani milioni di anni luce, altri analizzano le onde radio ricevute da due antenne a migliaia di chilometri di distanza, tutto per capire come gira il nostro mondo. Non possiamo prevedere il futuro della rotazione terrestre – nemmeno gli scienziati più esperti possono farlo con certezza. Ma ogni millisecondo guadagnato o perso è una piccola storia che ci racconta quanto sia incredibilmente dinamico il pianeta su cui viviamo. Un pianeta che, anche quando sembra restare immobile sotto il nostro sguardo, in realtà balla nel cosmo al ritmo dei suoi battiti invisibili.









