
Scintille, zig-zag luminosi, macchie che si allargano come una “C” brillante e poi svaniscono. Per molti sono il segnale che sta per arrivare un’emicrania. Per altri, finisce tutto lì. Questo fenomeno si chiama aura emicranica.
Che cos’è l’aura (in parole semplici)
L’aura non nasce negli occhi ma nel cervello, nella zona che elabora la vista. Qui passa un’onda: prima i neuroni si “accendono” tutti insieme, poi si “spengono” per un po’. L’onda si muove lentamente, qualche millimetro al minuto. Il cervello interpreta quell’attività come se vedesse davvero qualcosa: ecco perché compaiono scintille, linee a zig-zag o piccole zone buie nel campo visivo. A volte l’onda va oltre l’area della vista e tocca altre zone: possono comparire formicolii a un braccio o a una mano, un po’ di goffaggine, o parole impastate per qualche minuto. Di solito passa tutto da solo.
Aura ed emicrania: sempre insieme?
Non sempre. In molte persone l’aura arriva prima del mal di testa, in altre non c’è dolore, oppure i due fenomeni si sovrappongono. Questo vuol dire che l’aura da sola non spiega tutta l’emicrania: nel mal di testa contano anche altre “centraline” del cervello e i nervi che trasmettono il dolore.
Perché è più frequente nelle donne?
L’emicrania colpisce circa il 12% della popolazione e le donne quasi tre volte più degli uomini. Nelle forme con aura hanno un ruolo gli ormoni: l’aura tende a comparire quando gli estrogeni sono alti (ovulazione, gravidanza, pillola combinata, terapie ormonali) e può tornare in perimenopausa, quando gli ormoni “ballano” di più. In molte persone l’aura cambia nel tempo: può iniziare da adolescenti, sparire per anni e ricomparire dopo i 60 anni, anche senza mal di testa.
C’entra la genetica?
Un po’ sì. Nelle forme comuni non c’è “un gene” unico: è un mix di tanti geni e ambiente. Esiste però una forma rara, l’emicrania emiplegica familiare, in cui una mutazione specifica può causare aure più lunghe con debolezza di metà corpo. In ogni caso, sono situazioni seguite dagli specialisti.
Cosa fare quando arriva l’aura
Di solito è benigna e dura meno di un’ora. Se però i sintomi sono nuovi, molto forti, durano a lungo o ti preoccupano, contatta il medico o vai in Pronto soccorso.Se il mal di testa segue da vicino l’aura e il tuo medico te l’ha indicato, assumi subito i farmaci per l’attacco (per molti sono i triptani): prima si interviene, meglio funziona.
Le cure che prevengono gli attacchi
Negli ultimi anni sono arrivate terapie mirate che possono dimezzare (o più) la frequenza degli attacchi:
-Anticorpi monoclonali contro il CGRP (o il suo recettore).
-Gepanti (antagonisti del CGRP) in compresse.
In Italia il SSN le rimborsa con criteri precisi (per ora per chi ha molti attacchi al mese e dopo aver provato altre cure). Sono terapie costose, ma non per sempre: spesso dopo un periodo si può sospendere con beneficio mantenuto, secondo valutazione medica.
Le buone abitudini che aiutano davvero
-Sonno regolare e idratazione.
-Ridurre stress e stimoli forti (luci sfarfallanti, rumori).
-Pasti regolari, attività fisica dolce.
Per le donne, valutare con lo specialista il ruolo dei contraccettivi o di terapie ormonali. Se soffri di emicrania con o senza aura, rivolgiti ai Centri per le Cefalee del SSN: offrono percorsi dedicati (anche in telemedicina) e aiutano a trovare la cura su misura. L’aura è il segnale visibile di come il cervello si protegge e si riequilibra. Conoscendola meglio, si vive con meno paura e con cure più mirate. L’obiettivo è semplice: meno attacchi, più qualità di vita.









