
Ci sono amori che vivono in piena luce, celebrati e riconosciuti da tutti. E poi ci sono amori che restano nell’ombra, vissuti di nascosto, tra messaggi segreti e attese silenziose. Sono le storie di chi, per scelta o per caso, diventa l’altro o l’altra. Sul web se ne trovano a centinaia: forum, confessioni anonime, lettere disperate a psicologi. C’è chi chiede consiglio perché non sa come lasciare un amore impossibile, chi si sente in colpa, chi invece rivendica il diritto di vivere una passione che dà senso ai giorni. Non sempre si tratta di incontri occasionali. A volte queste relazioni diventano vere e proprie storie parallele, che durano mesi o anni. L’etichetta di amante porta spesso un’ombra di giudizio: chi la indossa si sente spesso sospeso, amato a metà.
L’infedeltà: un fenomeno che riguarda molti
I numeri parlano chiaro. Secondo un’indagine Eurispes del 2018, quasi la metà dei giovani sposi italiani ha tradito almeno una volta. E molti ammettono che, nonostante sensi di colpa e bugie, quel tradimento è stato anche fonte di appagamento, almeno per un po’. Alcuni trovano nell’infedeltà una fuga da un rapporto insoddisfacente, altri la cercano per spezzare la noia o sentirsi ancora desiderati. Spesso non si tratta solo di sesso: dietro c’è il bisogno di sentirsi vivi, speciali, unici per qualcuno.
Tra bisogni, sogni e illusioni
Come spiegano gli esperti, dietro un amore proibito si intrecciano desideri profondi: la voglia di ritrovare un ideale, di vivere emozioni intense senza la routine. Per molti l’amante è una parentesi di vita sospesa, fatta di momenti rubati che sembrano più veri proprio perché faticosi da conquistare. Ma non sempre è una favola. Col tempo, quello che all’inizio è passione può trasformarsi in malinconia. Le feste, i weekend, i giorni da famiglia ricordano all’amante che c’è un’altra vita dalla quale si è esclusi. E ciò che prima accendeva il cuore può diventare una ferita aperta.
Una storia antica come i miti
Anche i miti classici raccontano di amanti, soprattutto donne: Zeus, il re degli dèi, collezionava conquiste, mentre Era, la sua regina, riversava la colpa e l’ira sulle rivali. Nella cultura greca e latina, spesso la donna era vista come colpevole e l’uomo come conquistatore. Ancora oggi, chi vive questo ruolo, soprattutto se donna, viene giudicata più severamente di un uomo, a volte persino ammirato per la sua virilità.
Emozioni, rischi, illusioni
Chi sceglie o si ritrova in questa situazione può sentirsi speciale (qualcuno sta trasgredendo per lui o per lei) ma anche fragile. Non essere mai scelti davvero lascia un vuoto difficile da colmare. Si vive in bilico: un messaggio può rendere felici, una telefonata non arrivata può far sprofondare. Eppure, non tutte le storie segrete portano dolore: per alcuni è solo un modo per vivere una parte di sé, per godere di libertà e passione senza legami.
Quando l’amore segreto diventa una gabbia
A volte però l’illusione si rompe. C’è chi aspetta anni una separazione che non arriva mai. E quando l’altra persona resta nel suo matrimonio o nella sua relazione ufficiale, chi sta fuori può sentirsi spezzato. In questi casi, spiegano i terapeuti, la fine di un amore clandestino può somigliare a un lutto: serve tempo, serve comprendersi, serve perdonarsi.
La voglia di conquista
A volte l’essere amante nasce anche da una sfida: conquistare qualcuno che non si può avere può dare una scossa all’autostima. È come dire a sé stessi: «Valgo di più». È una dinamica che riguarda uomini e donne, anche se spesso le donne, per motivi culturali, fanno più fatica ad ammetterlo.
L’infedeltà ai tempi dei social
Oggi la tecnologia rende tutto più facile, ma anche più fragile. Messaggi, chat, foto…basta poco per ritrovarsi dentro a una relazione segreta. E basta un clic per farla saltare. Gli esperti parlano di tradimento tecnologicamente assistito. Un contatto può nascere in un istante, durare pochi giorni e dissolversi come una bolla di sapone.
Quando i ruoli si invertono
A volte chi tradisce diventa a sua volta tradito. Amare nell’ombra può dare adrenalina, ma anche dolore. Spesso ci spinge a guardarci dentro, a capire di cosa abbiamo davvero bisogno. E forse, a imparare a scegliere — per una volta — noi stessi.