Hypothetical AIDS/HIV vaccine with syringe on black.

Una nuova speranza arriva dal mondo della ricerca: due vaccini sperimentali a mRNA contro l’HIV hanno innescato una forte risposta immunitaria, mostrando risultati incoraggianti in uno studio clinico di fase iniziale. Il traguardo, per quanto ancora lontano, è di quelli che fanno battere il cuore: un vaccino contro l’HIV, il virus che da oltre 40 anni segna milioni di vite in tutto il mondo. E questa volta la tecnologia è quella del messaggero mRNA, la stessa che ha reso possibile il rapido sviluppo dei vaccini contro il COVID-19. L’HIV è un virus particolarmente subdolo. Non si limita a invadere il nostro organismo: lo fa attaccando proprio il sistema immunitario, rendendo difficile per il corpo difendersi. Non esistono precedenti vincenti su cui basare un vaccino efficace: serve pazienza, creatività, tentativi. Ed è proprio per questo che il vaccino a mRNA si rivela una carta vincente. Questa tecnologia permette di testare in tempi rapidi diverse strategie, modificando le istruzioni genetiche in pochi mesi, invece che in anni. Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, ha coinvolto 108 adulti sani tra i 18 e i 55 anni in dieci centri clinici degli Stati Uniti. Sono stati testati tre candidati vaccini, sviluppati da Moderna, l’azienda americana che ha già firmato uno dei vaccini anti-COVID più diffusi. Due dei vaccini sperimentali spingevano le cellule a produrre una proteina dell’HIV ancorata alla membrana, imitando meglio il virus “vero”. Il terzo, invece, prevedeva proteine fluttuanti, libere, come accade in approcci più tradizionali. I risultati? Il 97% dei partecipanti ai gruppi con le proteine legate ha sviluppato anticorpi, contro appena il 4% del gruppo con le proteine libere. Una differenza netta, che suggerisce con forza quale via proseguire. Non tutto è andato liscio, però. Circa il 6,5% dei partecipanti ha sviluppato orticaria, una reazione cutanea fastidiosa, in alcuni casi duratura. Il fenomeno, già emerso in studi precedenti, non è ancora del tutto spiegato, ma sembra legato alla combinazione tra l’mRNA e la specifica proteina dell’HIV. Gli scienziati stanno già lavorando su nuove formulazioni a dosaggio più basso, per verificare se il problema si riduce. E nessuno pensa di fermarsi: “L’urgenza di un vaccino contro l’HIV resta altissima”, ha dichiarato Sharon Lewin, direttrice di un centro di ricerca australiano di riferimento. I risultati ottenuti sono ancora agli inizi: non sappiamo ancora se questi vaccini riusciranno a proteggere davvero dal virus, ma il segnale è chiaro. La strada è quella giusta. Ci vorranno altri studi, nuove fasi cliniche e anni di lavoro, ma la scienza sta provando a colmare una delle sue sfide più complesse. Un vaccino contro l’HIV non è più un sogno impossibile. Forse, per la prima volta, è una questione di tempo.









