
Un anello di 56 chilometri di strade bianche che attraversano paesaggi mozzafiato, borghi storici e natura incontaminata. È questo il cuore del progetto della Pista Ciclabile Naturale del Gran Sasso, che la Regione Abruzzo ha deciso di completare con un investimento di oltre 3 milioni di euro, tra infrastruttura e promozione, finanziati grazie alla riprogrammazione delle risorse del bando “Fare Centro”. Il piano, approvato dal Comitato d’indirizzo della struttura di missione per la ricostruzione e lo sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2009, su indirizzo del presidente Marco Marsilio e del consigliere Mario Fiorentino, mira a trasformare il massiccio del Gran Sasso in un modello di turismo sostenibile e accessibile. Il primo intervento, da oltre 2 milioni di euro, riguarda il completamento della pista ciclabile naturale che collegherà i Comuni dell’Aquila, Castel del Monte, Calascio, Castelvecchio Calvisio, Santo Stefano di Sessanio e Barisciano. Si tratta di un percorso adatto a ogni tipo di bici – da corsa, mountain bike o gravel – pensato per unire sport, ambiente e cultura. Il tracciato sarà arricchito da cippi chilometrici in pietra, fontanili storici riqualificati e installazioni artistiche realizzate con materiali naturali, per rendere l’esperienza di viaggio un dialogo continuo tra uomo e paesaggio. Un secondo progetto, dal valore di 1 milione di euro, punta invece alla promozione della pista ciclabile attraverso eventi internazionali e iniziative di valorizzazione turistica, destinate a far conoscere il Gran Sasso come destinazione d’eccellenza per il cicloturismo. «Si tratta di un investimento integrato che unisce tutela ambientale, mobilità dolce e promozione del territorio – ha dichiarato Marsilio –. La pista ciclabile del Gran Sasso diventa un simbolo dell’Abruzzo sostenibile, che valorizza le aree interne e crea nuove opportunità per le comunità locali. Il nostro compito è far conoscere al mondo la straordinaria bellezza di questi luoghi». Con questo progetto, la Regione conferma la sua strategia di sviluppo fondata su natura, cultura e turismo lento, restituendo al Gran Sasso un ruolo da protagonista nella nuova geografia del turismo europeo.









