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L’avvocato sulmonese Maurizio Scelli, ex parlamentare ed ex Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, figura tra le persone vittime dello spionaggio informatico messo in atto da noti esponenti dell’alta finanza romana, residenti a Londra ma domiciliati nella Capitale, che sono stati arrestati dalla Polizia postale su indicazione della Procura di Roma. Si tratta di Giulio Occhionero e della sorella Francesca Maria che secondo l’accusa “accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici”. Nella rete delle personalità spiate risultano l’ex premier Matteo Renzi, gli ex Governatori della Banca d’Italia Mario Draghi e Fabrizio Saccomanni. Presenti inoltre nella lista account di esponenti politici di Camera e Senato come Sergio De Gregorio, Domenico Gramazio, Stefano Caldoro ed appunto Maurizio Scelli insieme a siti di studi legali, aziende e professionisti.

Avvocato Scelli come si sente dopo aver appreso di essere stato spiato?

“Mi sento come in un film già visto perché, invece di ricevere una medaglia per essermi occupato degli ostaggi in Iraq, venni già spiato all’epoca come dimostra l’inchiesta che è stata aperta a Perugia a carico dell’ex appartenente del Sismi Pio Pompa. Questa cosa mi amareggia. Siamo in un Paese veramente strano perché, anche se metti a rischio la vita, questo è il risultato”.

Maurizio Scelli si dichiara tranquillo perché “non c’è nulla da nascondere” ed anzi dalla vicenda cerca di trarre ugualmente un aspetto positivo. “Mi auguro – conclude – che essendo state spiate anche altre persone qualcuno possa riconoscere finalmente quegli atti di eroismo compiuti in Iraq perché quella che abbiamo subito è stata solo un’azione mirata a devastare la nostra immagine cambiando il significato. Abbiamo salvato vite umane e qualcuno, usando mezzi ignobili, voleva prendersi i meriti che non aveva. Sono assolutamente tranquillo e sereno. Spero soltanto che, scovando nei segreti professionali, non venga coinvolto nessuno dei miei clienti”.

Domenico Verlingieri

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