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Riceviamo e pubblichiamo.

Comunicato stampa
18/12/2020

Emergenza Covid all’Aquila, l’incontro nella rubrica di Fina: “Non commettiamo gli stessi errori, prepararsi alla terza ondata”. La chiave della medicina territoriale

Prepararsi alla terza ondata pandemica, evitando gli errori che sono stati fatti con l’inazione che ha causato le gravi difficoltà che il sistema sanitario ha dovuto affrontare nell’ultimo periodo, quando L’Aquila con la sua provincia è stata l’area più colpita d’Abruzzo. La chiave di volta è il potenziamento dell’efficienza della medicina territoriale. E’ quanto emerso nel quinto incontro della rubrica “Emergenza Abruzzo”, curato dal segretario del Partito Democratico abruzzese Michele Fina, dedicato appunto all’aquilano.
Fina ha denunciato la persistente mancanza di dialogo da parte della Regione, “un atteggiamento di chiusura nei confronti delle forze sociali e politiche, dei lavoratori e degli amministratori in virtù di una difesa critica di difetti strutturali a cui nessuno ha pensato di porre mano in un’ottica di prevenzione”. Il risultato drammatico è stato un capoluogo che da isola felice in primavera si è trasformato in prima linea nella lotta al contagio, con sofferenze organizzative diffuse. Il segretario del Pd regionale ha dichiarato anche l’adesione alla manifestazione della Cgil ad Avezzano: “Purtroppo in attesa degli esiti di un tampone che concluda la mia quarantena fiduciaria non posso esserci fisicamente ma c’è il Pd, a partire dal segretario provinciale Piacente, con le sue donne e con i suoi uomini. Aderisco e aderiamo convintamente e faremo di tutto per raccogliere il disagio profondo al quale la Regione è totalmente sorda”.
Emanuela Di Giovambattista, segretaria del Pd dell’Aquila e dirigente medico, ha ricordato il documento del Pd cittadino che al momento della prima ondata avanzava proposte per farsi trovare pronti alla seconda, “ma ci hanno risposto con un balbettio. Si è pensato ai finanziamenti al Napoli Calcio, alla Perdonanza”. Ora, ha detto la segretaria del Pd dell’Aquila, occorre evitare quegli stessi errori: “Ottimizziamo il sistema del tracciamento (occorre ad esempio assumere altro personale medico, ricorrere anche al volontariato) e dei tamponi, scongiurando i lunghi tempi di attesa che si sono registrati in queste settimane, stipulando una convenzione con il laboratorio dell’Università e incrementando l’apporto di quelli privati”.
Il segretario provinciale della Cgil Francesco Marrelli ha rilevato: “La carenza di personale è stata decisiva, è mancata la programmazione. Nel bilancio 2019 della Asl c’è una riduzione di 885mila euro. Va ricostruito un sistema di protezione e prevenzione rispetto al virus ed occorre anche occuparsi delle cure ordinarie: nella Asl dell’Aquila già prima dell’emergenza si arrivava ad attendere per una visita specialistica dai 300 ai 400 giorni. In generale va restituita dignità ai lavoratori”.
Marisa D’Andrea, pediatra di libera scelta, non registra “iniziative che ci comincino a preparare a una terza ondata che potrà essere peggiore della prima e della seconda, con l’aggravante dell’epidemia influenzale che si andrà ad aggiungere. La sfida è sul territorio”. Anche per Vito Albano, medico di medicina generale, “occorre prepararsi in tempo di pace. Nella lotta al Covid è fondamentale riuscire a curare le persone a casa per non fare tracollare gli ospedali”. Tra le indicazioni: più personale, una piattaforma digitale che permetta di interfacciarsi più rapidamente con i pazienti, lavorare meglio, con più risorse, attraverso il servizio di prevenzione.

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