
C’è un’idea bella e resistente che ogni anno prende corpo sulle piazze del centro Abruzzo, al calare dell’estate, con il profumo della solidarietà e il suono della musica che riempie le montagne. Si chiama “Una colonna sonora per la vita – Premio Augusto Daolio”, ed è molto più di una rassegna musicale: è un gesto collettivo, una carezza che unisce memoria, passione e aiuto concreto agli ospedali del territorio. Promossa dall’Associazione Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona, questa iniziativa non si limita a portare buona musica nei piccoli comuni abruzzesi. Ogni tappa è un abbraccio a chi lavora negli ospedali, a chi ci entra ogni giorno per curare o essere curato, a chi resiste tra le difficoltà. Il palco, in fondo, è solo il mezzo: lo scopo è donare strumenti sanitari, raccogliere fondi, accendere attenzione. Il programma di quest’anno è un lungo viaggio tra le leggende della musica italiana e internazionale: da Vasco Rossi ai Pink Floyd, da Lucio Dalla a Fabrizio De André, dagli 883 ai Nomadi. Le prime note hanno già risuonato a Bussi sul Tirino, e proseguiranno, tra agosto e settembre, in tanti luoghi simbolici: Valle Larga, Torricella Peligna, Scanno, Capestrano, Pettorano sul Gizio, Campo di Giove, Corfinio, Anversa degli Abruzzi, fino al gran finale a Sulmona. Ogni concerto è gratuito, ma non è mai a costo zero: perché dietro ogni palco ci sono volontari, tecnici, medici coinvolti, e soprattutto cittadini che scelgono di esserci, di partecipare, di credere in una cultura che non è intrattenimento fine a sé stesso, ma leva di cambiamento. Basti pensare alla serata del 12 agosto a Valle Larga, dove oltre al tributo a Lucio Dalla si terrà la consegna ufficiale di un elettrobisturi per il reparto di chirurgia dell’Ospedale di Sulmona: un gesto concreto, tangibile, portato a termine anche grazie alla generosità dell’imprenditore italo-americano Joey Crugnale. Il presidente dell’associazione, Vincenzo di Sulmona, ha ricordato che questo festival nasce dalla voglia di tenere insieme la musica con la solidarietà, la memoria con il presente, il divertimento con il dovere civile. E l’entusiasmo con cui ogni comune aderisce dimostra quanto forte sia ancora oggi il bisogno di eventi che non siano solo spettacolo, ma occasione di comunità e speranza. C’è un’Italia che canta, ma lo fa tenendo le mani sporche di terra, le tasche vuote e il cuore pieno. E in queste sere d’estate, nelle piazze illuminate, quelle mani applaudono anche per chi ogni giorno combatte in silenzio tra le corsie di un ospedale.









