
A Magliano de’ Marsi l’informatica è uscita dalle aule per entrare nei boschi, tra le strade sterrate e le zone dimenticate. Lì dove spesso si accumulano rifiuti senza nome e senza colpevole, sono stati proprio gli studenti a scovarli e catalogarli. È successo grazie a Cobol – no, non il linguaggio di programmazione del passato – ma un progetto scientifico tutto italiano che unisce gioco, tecnologia e senso civico. Cobol sta per COmmunity-Based Organized Littering ed è promosso dal Gran Sasso Science Institute e dall’Università di Milano-Bicocca, con il sostegno del PNRR. Ha coinvolto due classi dell’Istituto Comprensivo “G. Di Girolamo” di Magliano de’ Marsi, che per due settimane si sono trasformate in piccoli scienziati e cacciatori di rifiuti. Armati di smartphone e accompagnati, a volte, anche dai genitori, ragazze e ragazzi hanno censito 327 punti di abbandono, scattando oltre 700 foto geolocalizzate. Il tutto grazie a un’app pensata per rendere l’esperienza anche divertente: la cosiddetta “gamification” – imparare giocando – che in questo caso è diventata un modo efficace per parlare di ambiente e partecipazione. Ma il progetto va oltre l’educazione civica. Tutti i dati raccolti sono stati analizzati da un’intelligenza artificiale, che ha classificato i rifiuti, assegnato punteggi e soprattutto imparato. Un vero e proprio esperimento di machine learning, dove gli studenti hanno contribuito attivamente a “insegnare” all’AI a riconoscere materiali diversi: plastica, ferro, legno, materiali edili e ingombranti. Una tecnologia che in futuro potrà aiutare a individuare automaticamente discariche e rifiuti abbandonati semplicemente attraverso una foto. Alla fine della “caccia”, il vincitore è stato Luca Silvestri, seguito da Andrea Di Battista, entrambi della classe terza B. Ma il premio più grande è stato collettivo: la consapevolezza che anche i più giovani possono fare scienza e prendersi cura del proprio territorio. Il progetto – coordinato dal professor Ludovico Iovino per il GSSI e da Leonardo Mariani per Milano-Bicocca – si concluderà a ottobre, ma c’è già l’idea di portarlo avanti con nuovi sviluppi. Magari con un focus ancora più profondo su intelligenza artificiale e processi ambientali. Per una volta, l’intelligenza artificiale non è solo una promessa astratta: è il risultato di un lavoro collettivo, costruito passo dopo passo… o meglio, rifiuto dopo rifiuto.









