
L’Abruzzo turisticamente regge, ma senza impennate. L’estate 2025, fotografata da un’indagine della CNA Turismo Abruzzo su un campione di circa 100 operatori del settore, racconta una stagione all’insegna della stabilità, con luci e ombre a seconda delle aree e delle tipologie di accoglienza. Secondo la presidente di CNA Turismo, Francesca Mastromauro, quasi tre operatori su quattro (72%) parlano di presenze stabili o positive, anche se le aspettative sul prosieguo dell’estate appaiono più caute (53,5%). A dominare è il turismo italiano (83,5%), con pochi stranieri (16,5%) e una netta preferenza per il soggiorno breve: quasi la metà dei turisti sceglie la formula week-end, mentre le vacanze lunghe sembrano sempre più un ricordo del passato. Il turista tipo? Viaggia da solo o in coppia, sceglie in autonomia e prenota online. Il web (e i social) è ormai il canale di riferimento per il 71% delle prenotazioni, mentre il passaparola e la conoscenza diretta perdono terreno. Ancora schiacciante l’uso dell’auto privata per gli spostamenti: i mezzi pubblici e gli aeroporti – Pescara compreso – restano marginali per la gran parte degli spostamenti turistici. Ma la mappa è a macchia di leopardo. Secondo Lucia Simioni, presidente dell’associazione “Abruzzobnb”, l’ospitalità extra-alberghiera registra segnali meno incoraggianti: «Le richieste sono diminuite, molte arrivano all’ultimo momento, e spesso si limitano a un solo pernottamento. La Costa dei Trabocchi e le aree interne dell’Aquilano soffrono più di altre zone». Stabile, invece, la situazione per le strutture di Montesilvano e Pescara. Più ottimista la visione di Roberto Laglia (CNA L’Aquila), soprattutto per gli hotel: «La domanda si mantiene buona anche nei mesi a venire, grazie alla cosiddetta “onda lunga” post pandemia. Turismo di lavoro e tempo libero si alternano con buona regolarità. Per fine anno ci aspettiamo un’occupazione media intorno al 65-70%, con margini di crescita, anche grazie all’occasione dell’Aquila Capitale italiana della cultura nel 2026». Sul fronte delle cause che influenzano l’andamento turistico, la maggior parte degli operatori (57,6%) indica la situazione economica generale come fattore determinante. La promozione turistica – nonostante gli sforzi della Regione – viene invece ritenuta meno incisiva (42,4%), così come l’impatto diretto degli eventi locali (18,2%). Un segnale, questo, che secondo Gabriele Marchese (CNA Turismo Abruzzo), invita a rafforzare il lavoro di rete tra istituzioni, operatori e territori: «La nostra associazione continua a puntare sulla vacanza attiva, il turismo esperienziale e il valore dell’ospitalità diffusa. Ma serve maggiore coordinamento per fare davvero la differenza».









