
Il 22 gennaio, Villalago ha celebrato il giorno di festa del suo Santo Patrono, San Domenico Abate, monaco e sacerdote benedettino. I Villalaghesi hanno reso omaggio al loro Santo con riti religiosi e civili, tra cui il bacio della Sacra Reliquia e l’accensione della “Fanoglia Cittadina”. Questa antica tradizione, legata ai riti religiosi del fuoco, è stata accesa al calar delle tenebre, unendo la comunità in un momento simbolico in cui le fiamme hanno riscaldato i cuori dei presenti, inclusi molti visitatori venuti da fuori per condividere l’aspetto popolare della celebrazione.

Alle ore 17:00, il parroco don Alain ha officiato la santa messa vespertina, seguita dal bacio della Sacra Reliquia, che ha attirato un grande afflusso di fedeli in chiesa. La tradizione leggendaria narra che San Domenico, nel lasciare il Monastero di San Pietro del Lago, abbia donato al popolo di Villalago un suo dente molare, cavandoselo dalla bocca, per proteggere il paese dagli animali rabbiosi e dai morsi dei rettili velenosi.

Secondo i “Cenni storici sulla vita di San Domenico Abate” di Serafino Rossi, arciprete di Villalago, San Domenico, ispirato da Dio, decise di lasciare Villalago e la contea di Valva per visitare e beneficiare altri popoli. Prima di partire, lasciò in ricordo di sé al devoto popolo un dente molare, raccomandando di conservarlo per guarire dalla rabbia, dal veleno di qualsiasi animale e dal dolore dei denti.
Al di là della leggenda, il dente fu donato al paese molto tempo dopo la morte del Santo dai monaci dell’abbazia di Sora, dove è sepolto. Un reliquiario custodisce il dente insieme a un osso del metacarpo di una mano e a due frammenti ossei non classificabili. Si tramanda che alcuni abitanti di Villalago, avvisati in sogno dal Santo, andarono a Sora e trafugarono le reliquie. Scoperti, vennero rincorsi dai Sorani, ma furono fermati da violenti temporali, mentre per i Villalaghesi splendeva il sole, facilitando la loro fuga.