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BUGNARA – Compie duecento anni di storia il Canale Sagittario Secondo, realizzato con un decreto reale del 1817 per irrigare i territori in tenimento dei comuni di Bugnara, Introdacqua e Sulmona. In occasione del bicentenario della costruzione, in un convegno svoltosi nei locali del centro congressi di Bugnara, è stata ricordata l’importanza dell’opera. “Si tratta di un canale che irriga ben 1600 ettari di terreno, prelevando dalle fonti del Cavuto una bella quantità di acqua, fino ad arrivare nel territorio di Sulmona”. Così Panfilo Capaldi, presidente dell’amministrazione del Consorzio di miglioramento fondiario del Canale Sagittario Secondo, che fa presente inoltre della problematica legata alle competenze per la gestione del sistema irriguo, passate al Consorzio di Bonifica interno Aterno e Sagittario. Da molti anni, come sottolineato da Capaldi, è in atto una battaglia volta a riottenere le funzioni originali: “Il canale attualmente è prigioniero del Consorzio di Bonifica. Stiamo lottando da molto tempo per riaverlo perché il nostro desiderio è quello di portarlo ad uno sviluppo”. Si cercherà di giungere ad una soluzione attraverso la riforma dei consorzi di bonifica della Regione Abruzzo. Ad annunciarlo il presidente della commissione agricoltura del consiglio regionale Lorenzo Berardinetti: “In vista della riforma cercheremo di procedere ad una mediazione dopo aver incontrato il presidente del Consorzio di Bonifica per poter dare una risposta ai coltivatori diretti di questa zona”. In attesa di sviluppi, è stato tracciato il quadro storico del Canale Sagittario Secondo come importante opera idraulica che negli anni ha prodotto sviluppo e benefici all’agricoltura del territorio. “E’ necessario mettere in risalto il sacrificio dei cittadini di questa vallata che duecento anni fa hanno prodotto la ricchezza del territorio grazie alla creazione di terreni agricoli irrigabili. Ciò è stato un salto di qualità non da poco”. Ha affermato il vice sindaco di Bugnara Domenico Taglieri. “I peligni – ha ricordato lo storico Raffaele Santini – hanno sempre convissuto con il problema delle acque e si sono dati da fare sia per la bonifica che per l’irrigazione, rendendo fertili i territori soprattutto in epoca italica”.
Domenico Verlingieri

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