
Lotte di genere che portano alla degenerazione. Serve una rivoluzione culturale. Questo il messaggio per la giornata dell’8 marzo che arriva dalla psicologa e criminologa, Nicoletta Romanelli, donna al fianco delle donne e degli uomini sul piano umano e professionale. Una giornata, guai a chiamarla festa, che si fa messaggio. Pubblichiamo di seguito la lettera-augurio dell’esperta, rivolta a tutte le donne e non solo
“Se le donne di tutto il mondo abbassassero le braccia il mondo crollerebbe” recita un proverbio africano, riconoscendo all’universo femminile una forza incredibile nel sorreggere le sorti dell’umanità. L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della donna per non dimenticare i diritti conquistati nel corso del tempo e per ricordare quanta strada ancora bisogna percorrere in nome della tanto agognata parità di genere. Tuttavia ritengo che già dover parlare di pari opportunità e parità di genere, possa essere, a ragione, considerato un’arma a doppio taglio perché è come se si continuasse a considerare le donne alla stregua di una sorta di “specie protetta”. Ritengo, invece, opportuno adoperarsi per creare le basi solide di una cultura del rispetto della persona, evitando, in questo modo, falsi buonismi che alimentano, al contrario, una cultura dell’ambivalenza e dell’ipocrisia. Non esiste una superiorità dell’uomo sulla donna nè viceversa. Continuare a pensare secondo categorie manichee e dicotomiche è dannoso. Bisogna, a mio avviso, essere coscienti della bellezza di vivere la vita con gli occhi di un uomo e con gli occhi di una donna perchè ciascuno è in grado di apportare il suo specifico contributo nel decodificare la realtà. Basta, dunque, con queste lotte di genere, che inducono ad una de-generazione … Occorre che le coscienze sopite, ormai da troppo tempo, sotto una coltre di finta bontà e di “politicamente corretto” finalmente si destino. Adesso è il momento di quella che, secondo il mio punto di vista, è la VERA RIVOLUZIONE: LA RIVOLUZIONE CHE PARTE DAL RISPETTO SINCERO E PROFONDO PER LA PERSONA. Due verità non sono per forza sinonimo di bugia… ma rappresentano, invece, la possibilità di creare una terza verità, nata dalla condivisione e dal confronto delle precedenti.