
Il Tar Abruzzo boccia il ricorso della società agricola Ovocè, contro il Comune di Corfinio. Rigettata la domanda cautelare per la sospensione del provvedimento con il quale non è stata consentita l’attività inerente la “S.C.I.A. per la variazione delle specie animale da bufale da ristallo a suini in un capannone della società. Secondo i giudici del Tribunale amministrativo, “il diniego opposto dal Comune di Corfinio alla conversione dell’allevamento di bufale in suinicoltura si fonda esclusivamente sulla vigente disciplina urbanistica, del tutto autonoma rispetto alle discipline civilistica e ambientale invocate dalla parte ricorrente a sostegno delle proprie ragioni, e sulla peculiarità dell’interesse pubblico dalla stessa perseguito, che è quello di garantire una congrua distanza di sicurezza degli allevamenti suinicoli industriali”. Tra questi allevamenti, vanno annoverati i quattro capannoni coperti della società, a prescindere dall’intensività dell’attività che in essi si svolge, dalle sorgenti di acqua che, come quella di Sant’Ippolito, sono destinate all’uso pubblico e non all’uso esclusivo del fondo agricolo.