
riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato Nazionale di Rappresentanza e Tutela Operatori Sanità sulle dichiarazioni di Alessandro Grimaldi

“Non possiamo non esprimere indignazione per le dichiarazioni attribuite in data 25.02.2025 a tale Alessandro Grimaldi. Al suddetto soggetto è stata attribuita, tra l’altro la seguente dichiarazione : “Nella mia Asl basterebbe smantellare gli ospedali di Castel di Sangro e di Sulmona, dove lavorano eccezionali professionisti che ogni giorno si sacrificano, ma sono ospedali che, conti alla mano, per come sono strutturati, costano molto di più di quanto producono in termini di prestazioni erogate. E così i conti tornerebbero, il deficit sarebbe ampiamente risanato. Ma sarebbe una decisione del tutto non condivisibile perché sguarnirebbe interi territori del loro presidio sanitario. E sarebbe una scelta che dovrebbe fare la politica, assumendosi le proprie responsabilità”.
Questo individuo dovrebbe chiedersi in quali condizioni strutturali ed organizzative sono costretti ad operare i lavoratori dei due Ospedali.
Dovrebbe anche spiegare quale efficienza si possa attendere dalla gestione dei pazienti del Nosocomio Peligno o Sangrino che per ottenere talune prestazioni di diagnostica strumentale o consulenze specialistiche vengono continuamente (per usare una espressione di gusto Donald-Trumpiano) “deportati” nell’Ospedale aquilano dopo aver atteso non si sa per quanto tempo la disponibilità all’esecuzione delle indagini necessarie, con conseguente allungamento dei tempi di degenza e delle spese generali e di trasferimento che derivano da tale stato di cose.
Ci dica, questo signore, per quale ragione la direzione aziendale ha rigettato le istanze di trattenimento in servizio avanzate da illustri professionisti che rendevano l’Ospedale di Sulmona polo di attrazione in ambito regionale ed anche extra regionale.
Ci spieghi ancora, questo signore, perché tanti pazienti preferiscono servirsi delle strutture ospedaliere di Chieti e di Pescara (per non parlare di quelle fuori regione) anziché fruire della così elevata qualificazione della Sanità aquilana.
Ci spieghi, questo signore, per quali ragioni reparti prima di eccellenza dell’Ospedale di Sulmona sono rimasti pe anni privi di figure apicali.
Chieda, questo signore, a chi di dovere se è vero che giovani professionisti di ultima generazione vengono dirottati, non appena assunti (o giù di lì), negli ambulatori, nei distretti o finanche negli uffici amministrativi, anziché farsi le ossa e maturare esperienze nella complessità multidisciplinare delle strutture ospedaliere.
Ed ancora ci spieghi come è possibile che l’organico di una struttura qualificata (come quella di Sulmona) “Presidio Ospedaliero” possa essere considerato alla stregua di una equipe di “ambulanti” destinata a servire due distinti Presidi (quello di Sulmona e quello di Castel di Sangro), così deprimendo – nell’ambito dei reparti di appartenenza di ciascuna equipe – la organicità ed integrità delle funzioni assistenziali.
Vogliamo ricordare a questo signore che l’art. 4, comma 9, del D.Lgs. n. 502/1992 stabilisce che gli ospedali che non sono costituiti in azienda ospedaliera conservano la natura di Presidi dell’ASL e che nelle Unità Sanitarie Locali nelle quali sono presenti più ospedali questi possono essere accorpati ai fini funzionali: sfugge forse al Sig. Grimaldi che gli Ospedali di Sulmona e di Castel di Sangro non sono stati accorpati, ma sono tuttora distinti Presidi Ospedalieri, come tali dotati (o almeno dovrebbero esserlo) di autonomia organizzativa e gestionale; come tali dotati di proprie direzioni amministrative e sanitarie; come tali dotati di autonomia economico-finanziaria con contabilità separata all’interno del bilancio della ASL, analogamente ai modelli organizzativi propri delle Aziende ospedaliere autonome.
Sig. Grimaldi! potremmo proseguire ancora per un bel po’; ma per il momento ci fermiamo qui, invitandola a riflettere sulla denuncia di inefficienza ed antieconomicità dei Presidi Ospedalieri di Castel di Sangro e di Sulmona a Lei attribuita dall’articolo di stampa su citato.
Se poi quella Sua dovesse essere opinione condivisa dai vertici aquilani e dalla politica aquilana, fin da ora annunciamo che questo Comitato si farà promotore di referendum per il distacco dalla Provincia dell’Aquila della Città di Sulmona e di altri Comuni delle Aree Peligna ed Alto Sangrina, al fine e con l’obiettivo di confluire nelle più accessibili e territorialmente compatibili Province di Chieti o di Pescara.