
SULMONA. Non si è trattato di un’aggressione ma di una vera e propria rissa che ha visto il coinvolgimento di tutti i partecipanti. Queste le conclusioni alle quali è giunta la procura della repubblica di Sulmona che ha emesso sei avvisi di garanzia, per la rissa del 17 giugno dello scorso, avvenuta in pieno centro storico. Sotto inchiesta sono finiti S.S., 32enne di Sulmona; L.V., 46enne di Pettorano sul Gizio; S.C., 71enne di Pratola Peligna; B.V., 50enne di Sulmona; F.V., 50enne di Sulmona e N.R., 26enne di Sulmona. L’accusa, per tutti, è di rissa in concorso, aggravata dai futili motivi e dalla presenza di più persone. I fatti risalgono alla scorsa estate quando alle 3.30 circa di quel 17 giugno, in quattro erano finiti nel pronto soccorso dell’ospedale di Sulmona, al termine di una colluttazione avvenuto in centro storico. L’indagine era partita dalla denuncia della 50enne, titolare di un bar che, con altri tre, si era recata nel presidio ospedaliero per farsi medicare alcune lesioni provocate dalle botte ricevute dal 30enne. Entrambi già noti alle forze dell’ordine. La lite, stando a quanto emerso nel corso delle indagini effettuate dalla squadra anticrimine del commissariato di Sulmona, era partita da una consumazione non pagata da parte del 30enne ma dietro ci sarebbero anche vecchi rancori tra le parti. All’interno del locale era partita la discussione, degenerata poco dopo a suon di pugni, schiaffi e calci. Quattro delle sei persone coinvolte avevano riportato ferite lievi, giudicate guaribili con una prognosi che oscilla dai sette ai dieci giorni, stando al referto del locale pronto soccorso. Tuttavia, dopo aver ascoltato i presenti e analizzato le immagini delle telecamere di videosorveglianza che si trovano in quel punto, gli ispettori dell’Anticrimine, hanno stabilito che non si era trattato di una aggressione ai danni della 50enne ma di una vera e propria rissa tra le parti perché anche la donna, stando sempre all’imputazione, aveva partecipato attivamente alla rissa. Il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, ha quindi tirato la linea e ha notificato ai sei gli avvisi di garanzia, al termine delle indagini preliminari.