
Non si placa lo scontro politico tra il senatore del, Michele Fina e il candidato sindaco del centrodestra, Luca Tirabassi. Fina, dopo la risposta di Tirabassi, ha invitato quest’ultimo a lasciare la presidenza del consiglio dell’ordine. “La verità – scrive Fina – è che lei avrebbe dovuto rinunciare al suo ruolo di rappresentante di un’associazione che deve restare necessariamente terza tra le parti politiche esattamente nel momento in cui ha accettato la candidatura a Sindaco; tanto più che le sue dimissioni dovranno necessariamente arrivare all’esito delle elezioni, qualunque sia il risultato. Perché è del tutto evidente che anche da consigliere d’opposizione non potrà continuare a svolgere serenamente il ruolo di Presidente dell’Ordine. Quindi il suo permanere ancora in questa sostanziale, se non formale, incompatibilità è solo un danno alla comunità degli avvocati del centro Abruzzo e al territorio. Perché è del tutto evidente che oggi l’Ordine avrebbe diritto a un presidente super partes che dialoghi allo stesso modo con tutti, cosa che lei anche con la sua ultima lettera partigiana, evidentemente non è. Nel merito basterà dire che non c’è di peggio per un avvocato di difendere una causa persa”.“Evidentemente – posegue Fina – il suo nome è stato pensato proprio per essere strumentalizzato in quanto primo presidente che dopo 12 anni non porta a casa la proroga per la sua città. Anche per questa difficoltà che vive io non ritengo di dover insistere ulteriormente sulle sue dichiarazioni, piuttosto ritengo utile parlare con grande rispetto alle cittadine e ai cittadini sulmonesi e abruzzesi, per restituire dignità alla verità”. Proroga che non arriverà, perché il governo è intenzionato a rivedere la riforma. Lo rimarca lo stesso Fina: “Gli esponenti della destra hanno più volte affermato di non approvare la proroga preferendo una legge di definitiva riforma. Ma le due cose non solo non sono incompatibili, piuttosto la prima aiuterebbe un ordinato e sereno iter parlamentare per la seconda, sapendo che, anche a fronte di eventuali e verosimili ritardi nell’approvazione, comunque opererebbe il regime di proroga. D’altronde è lei stesso, avvocato Tirabassi, che, senza rendersene molto conto, ha segnalato la necessità di una proroga tecnica, necessaria per scongiurare il rinvio delle udienze all’Aquila, ciò che effettivamente avverrà nei prossimi mesi e che segnerà l’inizio della fine. Cos’era la mia proposta se non una proroga tecnica? Inoltre, senza l’approvazione della proroga presenta da me e dalla collega Di Girolamo, bocciata dalla destra, si aggraverà la carenza di personale: nessuno intenderà restare né trasferirsi in tribunali soppressi e non prorogati”.