
SVIMEZ Report, UIL Abruzzo: “Chiari e Scuri sull’Economia e Sociale”
Il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo, commenta i dati del rapporto Svimez sulle previsioni regionali 2024/26, sottolineando la necessità di un’azione forte per rilanciare il tessuto industriale regionale. Lombardo enfatizza l’importanza di incentivare l’innovazione e la ricerca, sostenendo le piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura economica dell’Abruzzo. La crisi del settore automotive impone una ristrutturazione e possibile riconversione industriale, mentre la debole crescita salariale frena la domanda interna.

Il rapporto evidenzia che, sebbene ci siano segnali di crescita grazie agli investimenti pubblici e al Pnrr, le difficoltà del settore industriale e la contrazione della domanda interna potrebbero penalizzare lo sviluppo e l’occupazione in Abruzzo. Sul piano nazionale, l’Italia prevede una crescita del PIL dello +0,7% per il 2025, scivolando in fondo alla classifica europea assieme alla Germania. Il Pil regionale abruzzese ha registrato una crescita dello +0,2691% nel 2024, con previsioni leggermente migliori per il 2025-2026 (+1,2839%), ma comunque inferiori alla media nazionale.
L’occupazione nel settore industriale abruzzese è diminuita del 3,9%, con una forte riduzione nella filiera dell’automotive. Tuttavia, l’Abruzzo mantiene una crescita economica e occupazionale positiva nel settore industriale, collocandosi al primo posto tra le regioni del Sud Italia. Le difficoltà si estendono anche al settore tessile, con una variazione della produzione del -13,5% tra il 2022 e il 2024. Gli investimenti in costruzioni, trainati dal Superbonus tra il 2021 e il 2023, sono stati un fattore determinante per l’economia regionale, ma il rallentamento di questi incentivi ha ridotto gli investimenti privati. Gli investimenti pubblici sostenuti dal PNRR rimangono un motore di crescita, con un impatto superiore al 60% sulla dinamica economica del Mezzogiorno.
Nel 2024, i consumi delle famiglie nel Mezzogiorno sono cresciuti solo dello +0,3%, mentre i consumi di beni sono calati del -0,5%, nonostante la diminuzione del tasso di inflazione. La compressione del costo del lavoro per mantenere la competitività delle imprese rischia di aggravare le difficoltà occupazionali e ridurre ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie abruzzesi.
Michele Lombardo conclude che è necessario un nuovo patto concertativo tra istituzioni, parti sociali e imprese per individuare strategie di rilancio per la regione. Il Pnrr e i fondi strutturali europei offrono grandi opportunità, ma servono politiche mirate per garantire che le risorse abbiano un impatto significativo e duraturo sulla crescita economica e occupazionale. Senza un intervento strutturale su lavoro e salari, si rischia un progressivo impoverimento dell’economia e del tessuto sociale, con 180.000 abruzzesi in stato di povertà assoluta che necessitano di un sostegno al reddito in tempi brevi.