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SULMONA – “La Diocesi di Sulmona-Valva, ricca di storia, e non solo, resti autonoma con il suo Vescovo”. Lo chiedono a gran voce tutti i sacerdoti al Presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. All’indomani della lettera spedita dal collegio dei consultori e dal vescovo Angelo Spina, tutti i presbiteri hanno voluto mettere nero su bianco la loro preoccupazione per il riordino delle diocesi in Italia che penalizzerebbe la Chiesa di Sulmona-Valva con l’accorpamento a quella di Avezzano. “La risposta alla Cei degli arcivescovi e vescovi d’Abruzzo e Molise, che conosciamo solo per una sintesi fornitaci dal nostro vescovo Angelo Spina, non ci soddisfa affatto”, tuonano in coro i sacerdoti. “Ai vescovi, come è ovvio, noi presbiteri, loro collaboratori, lasciamo il compito di intervenire nelle grandi e storiche decisioni, ma crediamo che esse non possano essere prese senza tener conto o senza  prima almeno sentire quella Chiesa di Dio che il Concilio Vaticano II ci ha fatto riscoprire come popolo e famiglia, Chiesa di cui essi sono pastori e non amministratori unici”, rilevano i presbiteri. “E’ vero che i Vescovi della Ceam al primo punto della risposta inviata chiedono “che lo stato attuale vada al più possibile conservato per ragioni storiche, geografiche, culturali e pastorali”, ma con quel “al più possibile” si dicono aperti ad altre soluzioni che, a nostro avviso, non tengono conto della storia, delle tradizioni, dei luoghi e soprattutto delle persone”, fanno notare i prelati che aggiungono: “ci meraviglia poi il fatto che, se il criterio è quello dei 90.000 abitanti, non sia votata alla soppressione la diocesi di Lanciano-Ortona che, da tutti gli annuari, risulta essere ben al di sotto, anch’essa, di tale cifra. Il disinteresse delle istituzioni, gli scellerati calcoli politici ci hanno reso e ci stanno rendendo ancora e sempre più periferia geografica ed esistenziale. Ma non sono le periferie, tanto care a Papa Francesco, ad aver bisogno di più attenzione, di più solidarietà, vicinanza, aiuto, ad avere il diritto ad esistere?”, si chiedono i sacerdoti che concludono: “ la Madre Chiesa, e noi presbiteri crediamo che tale sia la Chiesa, non decreti la nostra morte per un “qualcosa” poi di cui non comprendiamo la ragione”. Il Centro Abruzzo da tempo è bersaglio della politica ma a quanto pare ora si parla di tagli anche nella Chiesa.

Andrea D’Aurelio

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