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L’anno 2022 è stato l’anno più siccitoso degli ultimi 500 anni ed è costato all’agricoltura 6 miliardi di danni pari al 10% della produzione agroalimentare nazionale, a cui vanno aggiunti gli effetti catastrofici legati alla mancanza d’acqua. Nella regione dei Parchi, il danno dovuto alla siccità ammonta a circa 180 milioni di euro, come emerge da una stima Coldiretti Abruzzo divulgata in occasione del convegno di questa mattina nel castello Orsini di Avezzano intitolato “Acqua: risorsa da gestire e conservare per la nostra produzione di cibo”. A livello regionale, infatti, nell’ultimo anno, è stata registrata una diminuzione di oltre il 40% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% sugli ortaggi con particolare riferimento alle patate, del 20% per il latte nelle stalle, dal 40 al 60% per l’olivo fino alla produzione di miele, che registra un trend negativo da oltre dieci anni con il dimezzamento della produzione (-50%) nel 2022. E i problemi sono anche altri. Oltre che in pianura gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche in montagna con un profondo cambiamento del paesaggio con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature.

Lo ha spiegato nel suo intervento Silvano Di Primio, presidente Coldiretti Abruzzo: “La siccità è diventata dunque una calamità insostenibile per l’agricoltura italiana con danni per le quantità e la qualità dei raccolti, e ha rimesso al centro l’importanza di una materia prima indispensabile: l’acqua. Di fronte a queste problematiche occorre garantire la disponibilità della risorsa idrica anche nei momenti di difficoltà. Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare. Di fronte al cambiamento climatico è necessario risolvere una volta per tutte le problematiche dei consorzi di bonifica e realizzare il piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%. Abbiamo pronti insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia. E’ necessario però trovare le risorse e calarle sul territorio”.

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