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Il sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro oggi ha compiuto una visita istituzionale in Abruzzo su invito del senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris. L’esponente di governo è stato ad Ovindoli, dove ha incontrato il sindaco, Angelo Ciminelli, altri amministratori locali, imprenditori e rappresentanti del comparto sciistico, prima di spostarsi sul Gran Sasso, dove ha effettuato un sopralluogo agli impianti da sci prima di incontrare maestri di sci, imprenditori e amministratori. Barbaro, accompagnato da Liris e dal senatore Etelwardo Sigismondi in tutte le sue tappe, è arrivato in Abruzzo per conoscere da vicino i due bacini sciistici nell’ottica, nel caso di Ovindoli, della recente sentenza del Consiglio di Stato che ribaltando il pronunciamento del Tar ha dato il via libera al progetto di realizzazione di nuovi impianti da sci, e nel caso di Campo Imperatore della richiesta di revisione del perimetro delle zone di massima tutela ambientale in modo da escludere dai Siti d’interesse comunitario (Sic) e dalle Zone di Protezione Speciale (Zps) le aree fortemente antropizzate.

“Ho voluto esserci, di persona, per vedere, ascoltare e cercare di capire in che modo possiamo andare incontro alle esigenze del territorio, ragionando senza dogmi sulle possibilità che ci sono di contribuire allo sviluppo di queste aree. Vogliamo capire con la massima precisione le strade che possiamo percorrere e le soluzioni che possiamo adottare all’interno del Ministero per dare risposte alle sollecitazioni delle comunità locali nel massimo rispetto dei vincoli ambientali. L’Abruzzo, che vanta una presenza importante di aree protette tra cui 3 parchi nazionali, un parco regionale, 14 riserve regionali, 11 oasi e parchi territoriali, 16 zone di protezione speciale e 54 siti d’interesse comunitario, ha anche alcune anomalie presenti solo in questa regione nei parametri di ampiezza e designazione dei confini delle aree protette. L’Abruzzo è la prima regione in ambito nazionale ed è tra le prime in Europa per presenza di vincoli ambientali, che incide maggiormente nella zona interna montuosa della regione. Basti pensare che nella sola provincia dell’Aquila circa 310mila ettari dei 504.700 complessivi sono assoggettati a vincoli ambientali, cioè il 61,47%, pari a quasi il doppio della media regionale e più di tre volte quella nazionale”, così ha spiegato Liris riferendo anche come “c’è un’anomalia, risalente al lontano 2005, per cui la Regione Abruzzo non avrebbe mai perfezionato il recepimento delle direttive Natura 2000 così come esplicitamente previsto dalle direttive europee. Questo, in buona sostanza, ha comportato la mancata partecipazione alle scelte delle popolazioni e delle associazioni di categoria, necessaria a garantire un meccanismo di formazione che coinvolgesse tutti i destinatari degli strumenti di vincolo. C’è infine un’anomalia sui Sic considerando che l’Abruzzo ne ha pochi – se pensiamo che la Lombardia, ad esempio, ne ha 242 cioè circa il quintuplo – ma di vasta superficie e questo impedisce di i cosiddetti corridoio, cioè spazi necessari per consentire lo sviluppo di servizi”, conclude Liris.

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