“Dopo oltre quattro anni di governo regionale a trazione Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia la fotografia scattata dagli istituti di ricerca per il comparto produttivo e il mondo del lavoro è impietosa per la maggioranza: zero formazione professionale, centri per l’impiego depotenziati, declino industriale e calo demografico. Un disastro, per il comparto produttivo e per il mondo del lavoro abruzzese. E’ ora che questa maggioranza smetta di buttare fumo negli occhi dei cittadini e inizi a lavorare responsabilmente per invertire immediatamente la rotta” ad affermarlo è il Capogruppo del M5S Francesco Taglieri che ha protocollato una dettagliata interpellanza sul tema in cui i numeri lasciano poco spazio alla propaganda
“L’Abruzzo – spiega – registra un record negativo, con una perdita di diecimila occupati tra il quarto trimestre del 2021 e il quarto trimestre del 2022, con una flessione del 2%, posizionandosi all’ultimo posto della classifica nazionale. I giovani vanno via e cercano lavoro altrove. La causa maggiore di questo trend negativo potrebbe essere anche la carenza di profili specialistici adeguatamente formati rispetto alle esigenze del mercato del lavoro. Infatti, una indagine confesercenti/swg rileva che il 36% delle aziende abruzzesi ha difficoltà a trovare manodopera specializzata e si appresta a tagliare servizi riducendo la marginalità della propria azienda.
I giovani abruzzesi, infatti, sono sempre meno, e meno agevolati per una formazione a livello avanzato, e non godono di un’adeguata valorizzazione nel sistema lavoro. In base a colloqui diretti con gli operatori dei Centri per l’Impiego, risulta che i computer dati in dotazione a chi dovrebbe intrecciare domanda e offerta di lavoro sono datati e previsti di software obsoleti. E’ chiaro che, per carenze degli stessi o per inadeguata formazione degli operatori, allo stato attuale è difficoltoso confrontare le caratteristiche degli iscritti in cerca di impiego con le richieste delle aziende. Inoltre, cosa forse ancor più grave, utilizzano database locali non condivisi e non condivisibili a livello regionale, o almeno provinciale, quando il Codice per l’Amministrazione Digitale prevede ormai da anni l’uso di applicativi in cloud.
Con queste premesse quindi non c’è da stupirsi se i lavoratori non trovano occupazione e le aziende non trovano personale. Ricordiamo che i centri per l’impiego sono una competenza della Regione Abruzzo.
Come se questo non bastasse a scattare la pessima fotografia dell’Abruzzo a livello economico, i dati desunti dallo studio dell’Economista Ronci, basati sulle pubblicazioni di Istat e Camere di Commercio 2020/2021, confermano che il divario tra l’Abruzzo e il resto del Paese si è aggravato, portando la nostra regione al 12mo posto per andamento demografico, con una decrescita maggiore del 60% rispetto alla media nazionale, e al 15mo posto per il saldo tra aperture e chiusure delle imprese, con la provincia di Chieti agli ultimi posti in Italia.
Un disastro che mette in luce ancora una volta il pressapochismo di Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia, che si sono distinti per fondi spesi male e nessuna lungimiranza sul fronte della formazione e del ricollocamento dei disoccupati.
Persino l’export, su cui il Presidente Marsilio ha tanto propagandato negli ultimi 2 anni, dati alla mano, ha registrato una crescita modesta di appena il 7,9% che è pari ad 1/7 di quella nazionale, che è stata del 43%. L’Abruzzo, quindi, anche in questo parametro segna spread negativo di ben 35,1 punti percentuali rispetto alla media del Paese.
Questi sono alcuni dei dati che smentiscono le entusiastiche dichiarazioni rilasciate in ogni occasione utile dal centrodestra che, probabilmente non ha nessun contatto con il mondo reale e con la crisi che migliaia di abruzzesi devono contrastare ogni giorno.
Ho deciso di portare in Consiglio regionale un’interpellanza, poiché a questo punto viene da chiedersi quando, Fratelli D’Italia & Co, smetteranno di buttare fumo negli occhi dei cittadini e inizino a lavorare davvero, a telecamere spente, per sanare le criticità legate alla salvaguardia dei posti di lavoro e il sostegno alle imprese. Bisogna attivarsi subito con strumenti normativi ed economici per tutelare le maestranze locali e l’occupazione dei lavoratori, scongiurando ulteriori chiusure o fallimenti, che si traducono per tanti abruzzesi in viaggio verso altre regioni o addirittura nazioni. Le aziende chiudono, i licenziati aumentano e la Regione ha il dovere di attivare un’efficiente ricognizione delle figure professionali sollevate dalle aziende e aiutarle a ricollocarsi, attivandosi per fare da ponte tra i disoccupati e le imprese che cercano manodopera. E’ il momento di innestare un confronto anche con il Governo Meloni e con gli Enti locali interessati. La Regione dovrebbe tutelare la dignità e la sicurezza del lavoro in tutte le sue forme e contribuire alla realizzazione della piena occupazione, anche attraverso la formazione e l’innovazione economica e sociale, almeno a quanto riportato dal nostro Statuto che troppo spesso viene disatteso da chi siede sui banchi della maggioranza” conclude.