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Tra le testimonianze anche quelle di Gianni Melilla e Mimì D’Aurora

«La gente d’Abruzzo somiglia alla gente della mia isola: rude, seria, laboriosa», così ci descriveva Enrico Berlinguer al quale sarà dedicato una docufiction, “Un compagno di nome Enrico”, che punti a scoprire quel profilo umano che tanto colpiva gli interlocutori quotidiani durante i suoi frequenti viaggi nella nostra regione. Prodotta dalla Fondazione Abruzzo Riforme, cofinanziata dalla Struttura di missione per gli anniversari nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarà interpretata dagli attori Edoardo Oliva e Sofia Ponente. La sua realizzazione è stata affidata a Mac Factory, spin-off dell’ateneo teramano specializzato nella progettazione e comunicazione culturale; contributi per la sua realizzazione sono arrivati dall’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico; da History Lab; da Rai Teche; da Rai Abruzzo. La regia è stata curata da Andrea Sangiovanni, che ha collaborato anche alla sceneggiatura assieme a Giallorenzo Di Matteo, Fabrizio Masciangioli, Roberto Mingardi e si avvale di numerose testimonianze di ex dirigenti e militanti del PCI, ma anche di quanti Berlinguer lo conobbero da vicino accompagnandolo nelle piazze dove lo attendevano folle enormi per i suoi comizi o davanti alle fabbriche in lotta: tra questi, due personaggi del nostro territorio quali Gianni Melilla e Mimì D’Aurora e poi Giorgio Masciovecchio, Mario Basile, Giovanni Lolli, Luciana Di Mauro, Antonio Ciancio, Rosa Spaziani, Tiziana Arista, Angelo Staniscia, Arnaldo Mariotti, Umberto Aimola, Enrico Graziani, Loreta Costantini, Giovanna Zippilli, Pasquale D’Alberto, Maria Caiazzo e Gianni Di Pietro. Le riprese e il montaggio sono stati affidati ad Andrea D’Amico, mentre le musiche originali sono di Paolo Bianchi, con Giallorenzo Di Matteo fonico di Presa Diretta, Chiara D’Ortona e Emanuela Testa assistenti alle scene. Il lavoro, che ha impegnato mesi di ricerche su materiali d’archivio circa il rapporto tra Berlinguer e l’Abruzzo – regione in cui fu capolista per il suo partito alle elezioni politiche nel decennio 1972-1982 – punta a svelare, attraverso il racconto e le testimonianze di chi lo conobbe direttamente, soprattutto quale grande ascendente esercitasse sui militanti la sua personalità.

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