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A Lecce dei Marsi, tutte le sere, un orso fa incetta di rifiuti nei cassonetti e qualche giorno fa ha fatto irruzione nel tendone di un gruppo scout per mangiare del cibo. E’ quanto riportato sulla sua bacheca dallo zoologo Paolo Forconi che scrive:

Ogni sera a Lecce nei Marsi c’è un orso (o forse 2) che gira per il paese e mangia nei cassonetti dei rifiuti. Rifiuti sparsi ovunque lungo le strade, cassonetti spaccati dall’orso, sbarre di ferro piegate (messe dal Parco per proteggere i cassonetti). Tutte le sere è così. Inoltre, il 30 luglio un orso è entrato nella tenda del cibo di un campo scout. Si tratta oramai di un orso condizionato al cibo umano, come lo era Juan Carrito, cioè dipendente dal cibo umano. Altro che modello abruzzese di gestione degli orsi…

Gli orsi frequentano il paese e la località La guardia per mangiare rifiuti nei cassonetti e nei campi scout dal 2018, o forse anche da prima. Ce ne erano addirittura 3 di orsi. Poi uno è morto nel 2018 durante la cattura e l’anestesia, proprio a Lecce nei Marsi. Uno era l’orso Mario, probabilmente bracconato nel 2019. Ne resta uno e forse ora ce n’è un altro giovane.

Il Comune non vuole mettere le isole ecologiche e negli anni scorsi ha rifiutato i cassonetti anti orso che una associazione avrebbe donato gratis.

Le soluzioni e i numerosi divieti imposti dal Comune e dal Parco sono stati tutti inutili o inefficaci e la situazione è peggiorata ogni anno sempre più.

Però in questa storia c’è anche un elemento positivo: l’orso non è stato catturato e radiocollarato e non gli sparano proiettili di gomma, a differenza di Juan Carrito. Dopotutto l’esperienza di dissuasione su Juan Carrito ha mostrato un totale fallimento, come era prevedibile, perché la scienza dice che non si deve applicare la dissuasione quando l’orso cerca il cibo, in quanto è inutile.

Ieri pomeriggio, inoltre, c’è stata la presentazione del nuovo progetto Life Bear Smart Corridors, che prevede l’installazione di 4 cassonetti anti orso a Lecce nei Marsi.

Cosa cambierà? Che l’orso andrà a mangiare negli altri cassonetti dei rifiuti sparsi in paese o nei mastelli dell’umido che non sono anti orso. Ma anche nell’ipotesi di sostituirli tutti, l’orso andrà nel paese vicino e il problema viene solo spostato di qualche km, ma non risolto.

Per risolvere il problema bisogna andare alla causa per cui gli orsi vanno nei paesi: la scarsità di cibo in natura in alcuni periodi (come il Parco stesso riporta nel Rapporto Orso Marsicano 2022 a pag. 11 “fluttuazione delle risorse alimentari”).

In genere gli orsi in questo periodo mangiano le prugne ma quest’anno sono molto scarse ed acerbe o completamente assenti. Quando non hanno nient’altro di meglio, gli orsi si accontentano dei rifiuti.

In questo periodo stanno avvenendo anche molte predazioni di orsi a pecore e galline, sempre per lo stesso motivo di carenza di cibo in natura.

Per cui l’unica soluzione che può funzionare è quella di portare frutta nel bosco (prugne, mele, pere). È anche la soluzione più economica e più rapida da realizzare, rispetto all’acquisto di centinaia di cassonetti anti orso dal costo di milioni di euro. Questa azione andrebbe svolta solo in questo periodo critico di 1-2 mesi e solo nelle zone in cui gli orsi vanno nei paesi.

Purtroppo la presenza a Lecce nei Marsi di un orso condizionato al cibo umano rende più difficile la soluzione del problema. Saranno pertanto indispensabili, oltre alla frutta nel bosco, anche i cassonetti anti orso e una comunicazione efficace a tutti i cittadini sullo smaltimento dei rifiuti.

Ma i politici e gli esperti avranno il coraggio di sperimentare una soluzione nuova? O continueranno a sbattere la testa contro il muro ripetendo sempre gli stessi errori che si fanno nel Parco d’Abruzzo negli ultimi 20 anni?

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