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PRATOLA PELIGNA – Frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Con questa accusa il titolare di una ditta che opera a Pratola Peligna è finito davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, per l’inchiesta sulle mascherine contraffatte che nel marzo del 2021 portò la Guardia di Finanza a sequestrare 30.000 dispositivi di protezione individuali privi dei requisiti richiesti per l’immissione in commercio. Le mascherine, tutte importate dalla Cina erano validate in via provvisoria dall’Inail, con classe di protezione FFP1. La ditta, secondo l’accusa, avrebbe illecitamente commercializzato gli stessi dispositivi indicando la classe di protezione FFP2 riportando, sul documento di vendita destinato al cliente, le stesse indicazioni di maggiore tutela. Riscontrata l’anomalia, i militari avevano così proceduto al sequestro delle mascherine denunciando alla Procura della Repubblica l’agente di commercio il quale, difeso dall’avvocato, Luca Tirabassi, ha respinto le accuse, spiegando che i dispositivi erano stati validati, dopo alcune settimane in via definitiva, da ben due enti certificatori specializzati e quindi nessun segno mendace era stato operato. Per l’uomo la sentenza arriverà il prossimo 18 marzo.

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