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SCANNO – Le indennità liquidate e versate sarebbero di gran lunga inferiori a quelle spettanti. Per questo l’ex sindaco di Scanno, Patrizio Giammarco, ha citato in giudizio l’ente per ottenere quanto dovuto. Il contenzioso risale al periodo 2008-2012 quando Giammarco ha ricoperto la carica di sindaco del borgo lacustre. La consiliatura si sciolse in anticipo per le dimissioni in massa di sette consiglieri, tre di maggioranza e quattro di opposizione, dopo la bocciatura del rendiconto di gestione 2011. A Giammarco è stata versata la somma di 30 mila euro circa su un totale di 81300 euro spettanti a titolo di indennità di funzione e indennità di fine mandato. All’appello mancherebbero più di 50 mila euro, mai riconosciuti all’ex primo cittadino in quanto il settore ragioniera del Comune lo inquadrò al pari di un dipendente non in aspettativa. Un errore nella forma e nella sostanza secondo Giammarco che trascina l’ente, già in dissesto finanziario, davanti al giudice del Tribunale civile, Marta Sarnelli, la quale ha differito la prima udienza al prossimo 14 dicembre dopo un rinvio d’ufficio. “E’ trascorso un decennio, una consiliatura è terminata e l’altra è in via di conclusione. Nessuno mi ha liquidato quanto dovuto. D’altronde, come sindaco, non potevo non approvare i documenti contabili, pur consapevole dell’errore”- afferma Giammarco che ha incaricato l’avvocato del foro di Sulmona, Paolo Sambenedetto, di rappresentare le sue istanze davanti al giudice. Il Comune, dal canto suo, ha conferito l’incarico all’avvocato del foro dell’Aquila, Raffaele Daniele, per resistere in giudizio e convincere il Tribunale che nessuna difformità si rileva dal momento che quei 50 mila euro reclamati non sarebbero dovuti. Al giudice il compito di fare chiarezza.

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