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SULMONA – “Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza, alla sua firma questa sera, che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, dopo la decisione del Tar dell’Aquila di sospendere l’ordinanza che aveva sancito il ritorno dell’Abruzzo in zona arancione dallo scorso 7 dicembre. Una situazione che ingenera confusione e per sole 24 ore porta a uno stravolgimento per il mondo della scuola e del commercio. Per la sola giornata di domani il ritorno in zona rossa prevede la sospensione delle attività commerciali al dettaglio, ad eccezione naturalmente per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate anche nell’ultimo Dpcm. Tornano in modalità remota seconda e terza media. Ma dalla mezzanotte tornano in vigore le misure della zona arancione. Un caos senza precedenti che è partito , va ricordato per onestà intellettuale, dal provvedimento adottato dal Presidente Marsilio che dice di sentirsi “con la coscienza a posto: ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie, e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio”. “A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme. Rifiutandosi, come ha fatto sin dal 2 dicembre scorso, di applicare un potere di deroga che è previsto dalle norme stesse, senza dare nessuna spiegazione di questo rifiuto”, conclude il governatore. Una pessima pagina di pragmatismo istituzionale.

Andrea D’Aurelio

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