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ROMA (21.06 10 NOV) – La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per il 62 enne di Pratola Peligna, B.D’A., l’insospettabile finito alla sbarra con la pesante accusa di atti sessuali con minorenne e corruzione di minore. I giudici capitolini hanno accolto la tesi delle parti civili e hanno condannato l’imputato al pagamento di tutte le spese di giudizio. Diventa quindi esecutiva la sentenza di secondo grado della Corte d’Appello dell’Aquila che aveva condannato l’uomo alla pena di cinque anni e sei mesi di reclusione. Il 62 enne andrà dietro le sbarre. Dagli atti d’indagine è emerso che l’imputato aveva compiuto atti sessuali con una minore prima del compimento del decimo anno di età e sino al raggiungimento del sedicesimo anno, approfittando delle occasioni in cui l’allora ragazzina veniva affidata alla sua custodia. Tutti fatti avvenuti dal 2008 al 2015. Ma c’è di più. Sempre secondo l’accusa, il 62 enne aveva mostrato alla minore materiale pornografico e oggetti per l’autoerotismo per indurla a compiere o a subire atti sessuali. Anche questi fatti sono avvenuti in più riprese, dal 2009 al 2013. Finita la storia tra l’uomo e la madre della vittima, l’allora minore non aveva retto al peso, raccontando tutto ai suoi familiari. Da qui l’inchiesta partita dalla Procura della Repubblica di Sulmona che ha portato l’uomo ad affrontare il processo nei suoi tre gradi di giudizio. “In primo grado il 62 enne aveva ammesso di aver scambiato con la persona offesa solo un bacio appassionato. Dinanzi alla corte d’appello, prima della discussione, ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee ammettendo di aver avuto con la ragazza ancora quindicenne rapporti sessuali nel periodo in cui aveva interrotto la relazione con la madre (nel 2015) per oltre un anno e mezzo”- spiegano gli avvocati di parte civile, Luca Tirabassi e Valeria Colantoni- “naturalmente la verità documentata oltre che dalle dichiarazioni della persona offesa anche dal contenuto di diversi messaggi, è che tali rapporti erano invece consumati già da molti anni prima vale a dire da quando la ragazza non aveva ancora 10 anni e sino alla conclusione della relazione con la madre. Trattandosi oramai di fatti accertati in maniera incontrovertibile da una sentenza passata in giudicato crediamo sia giusto che le persone che commentano con tanta leggerezza, conoscano la verità dei fatti, onde evitare il rischio che le vittime vere passino per carnefici e il carnefice per vittima”. Fatto sta che la Cassazione ha scritto la parola fine sulla delicata vicenda che scuote ancora per le modalità. ++++++++++(Aggiornamento 19.10 11 novembre)++++++ +++++++++++++++++per effetto della decisione della Corte di Cassazione, il 62 enne si è costituito nel pomeriggio alle forze dell’ordine per la traduzione nel carcere di Chieti)

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