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SULMONA – La misura è colma per il penitenziario di massima sicurezza di Sulmona che ospita 173 elementi psicoattivi a cui se ne sono aggiunti altri 4 negli ultimi giorni. Un quadro allarmante come denunciato dalle organizzazioni sindacali che fanno fronte comune e stanno predisponendo un corteo di protesta per collegare il carcere di piazzale vittime del dovere con la città di Sulmona. Le problematiche della struttura penitenziaria non possono restare sconnesse con il tessuto sociale del capoluogo peligno. Da qui la protesta itinerante, dal carcere fino al Tribunale, che i sindacati starebbero pianificando nel dettaglio, come si apprende dalle indiscrezioni degli addetti ai lavori. Un escalation di aggressioni e tensioni, fuori e dietro le sbarre, che hanno coinvolto recentemente il personale della polizia penitenziaria e gli operatori sanitari. L’ultimo episodio grave si è verificato la scorsa notte quando un detenuto di alta sicurezza ha aggredito un medico del pronto soccorso dopo la diagnosi e prima delle dimissioni. Ma se si riavvolge il nastro, la lista si allunga. Nelle scorse settimane un altro recluso, collaboratore di giustizia con problematiche psichiatriche, aveva minacciato di impiccarsi in cella mentre un suo collega aveva dato in escandescenza nell’area sanitaria del penitenziario, aggredendo un amministrativo. Risale invece a gennaio l’altro caso eclatante, ovvero la tentata evasione dall’ospedale da parte di un detenuto che si era fatto ricoverare con lo scopo di darsi alla fuga. Uno scenario preoccupante che rischia di fare esplodere il sistema penitenziario, sanitario e ospedaliero. Eppure le richieste di intervento urgente sono rimaste lettera morta. In carcere continua la spola di detenuti con problematiche psichiatriche con un organico sempre più deficitario. Da qui la protesta che questa volta potrebbe allargarsi in corteo fino a coinvolgere l’intera città.

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