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SULMONA – “Luglio col bene che ti voglio” non ha strappato grossi sorrisi agli albergatori cittadini. Ma il ribaltone potrebbe arrivare già da questa settimana, grazie all’effetto Giostra. Gli hotel del centro storico, per l’ultima settimana di luglio e la prima di agosto, sono stati letteralmente presi d’assalto. Gli addetti ai lavori parlando di sold out, almeno all’interno delle mura antiche. La cifra tonda non si tocca negli alberghi di periferia anche se, secondo il principio dei vasi comunicanti, il tutto esaurito nelle strutture ricettive più centrali porta inevitabilmente i turisti a valorizzare anche gli hotel delocalizzati. Il periodo della lizza e dei cavalieri è particolarmente atteso dagli operatori del settore dal momento che il mese di luglio è stato in linea con le rilevazioni dello scorso anno ma comunque al di sotto delle aspettative. “Potrebbe aver inciso il fattore clima che è stato abbastanza inclemente tra aprile e giugno. Per cui si è percepita la voglia di mare”- rileva Gianluca Casaccia, Presidente associazione albergatori. Una sensazione non molto distante dalla realtà. Tuttavia per le prossime due settimane i numeri sono più che buoni come confermano lo stesso Casaccia e Domenico Santacroce, Presidente dell’associazione albergatori, che ricorda l’elemento attrattore del treno storico. “Finora abbiamo lavorato con il 50 per cento di presenze ma è evidente che la Giostra crea movimento”- afferma Santacroce che punta molto sulla Ferrovia dei Parchi come traino del turismo. Se il sold out in centro si concentra nel periodo della manifestazione cavalleresca non è proprio un caso. Un dato da portare a casa e approfondire soprattutto per il salto di qualità invocato. Non a caso, proprio quest’anno, la Giostra ha affidato ad un pool di esperti lo studio dell’evento in chiave turistica. Il resto deve farlo la città sul piano culturale con l’inversione di approcci e paradigmi e sul fronte istituzionale. È notizia di queste settimane la pubblicazione del bando per due licenze taxi. Ripristinare i servizi essenziali, d’altronde, è il minimo sindacale

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