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Avvistati dai ricercatori i due cuccioli dell’orsa Amarena, freddata ieri notte a San Benedetto dei Marsi. Le ricerche si stanno concentrando ora nella zona dell’avvistamento al fine di catturare i due cuccioli e portarli in salvo

C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine.

Amarena è stata uccisa da una fucilata. Conosciuta per le sue incursioni con i suoi cuccioli, era diventata la mascotte di residenti e turisti. Identificato l’uomo che avrebbe sparato. La Regione pronta a costituirsi parte civile. Aperto fascicolo, sparatore indagato: si cercano i cuccioli, anche con droni, per metterli in salvo perchè troppo piccoli

L’orsa Amarena è stata uccisa ieri sera a fucilate da un uomo alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua. La notizia è stata postata dal Parco Nazionale sulla sua pagina Facebook. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. È intervenuto il veterinario del Parco che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita.
L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco.

La Procura di Avezzano, pm Maurizio Maria Cerrato, ha aperto un fascicolo nei confronti del 56 enne che ha ucciso  l’orsa Amarena a colpi di fucile, per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali: l’uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Nel frattempo si apprende che l’uccisore era legittimato alla detenzione di armi da fuoco. I carabinieri della stazione del Comune di San Benedetto dei Marsi, hanno sequestrato tutte le armi dell’uomo ed il bossolo esploso.

“Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”. Sembrerebbe questa la dichiarazione rilasciata ai carabinieri di San Benedetto dei Marsi dall’uomo che questa notte ha ucciso l’orsa Amarena.

Le forze dell’ordine hanno rafforzato la presenza e i controlli nel Comune di San Benedetto dei Marsi, per allontanare i curiosi e diminuire il rischio di ripercussioni personali nei confronti della famiglia dell’uomo accusato ed iscritto nel registro degli indagati per l’uccisione con arma da fuoco dell’orsa Amarena ieri notte. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Intanto si cercano i cuccioli, con decine di uomini e droni, per metterli in salvo essendo troppo piccoli per vivere soli, senza la mamma.

Il direttore del Pnalm, Luciano Sammarone, prova a fare chiarezza e, al netto delle conseguenze giudiziarie dell’accaduto, riporta l’attenzione sulla priorità del momento: la ricerca dei due cuccioli, orfani di madre, che dopo la morte di Amarena sono fuggiti terrorizzati. Aggiornamento

C’è stato un primo tentativo di cattura non andato a buon fine. “Evitiamo di trasformare una tragedia in un disastro colossale: i cuccioli non sono stati ancora catturati. Ci sono troppi curiosi in giro che spaventano questi animali, invito tutti a non muoversi e a farci fare il nostro lavoro”. È l’appello del direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Luciano Sammarone, dopo il fallimento del primo tentativo di cattura dei cuccioli di orsa Amarena, uccisa l’altra notte a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila).
“A causa di false notizie – continua Sammarone – sono aumentati i curiosi nella zona, spaventando i cuccioli. Possiamo avere una possibilità, ma dobbiamo sperare che i cuccioli non si
dividano, altrimenti sarà un vero disastro”.

Il corpo senza vita dell’orsa Amarena, uccisa l’altra sera a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), è ad Avezzano nella sede dell’Istituto Zooprofilattico e in queste ore è soggetta ad una necroscopia.

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