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SULMONA – Manca l’eccezione dell’unico concorrente e il Comune annulla il bando di refezione scolastica. La comunicazione ufficiale, al raggruppamento di imprese che aveva risposto alla procedura, è arrivata l’altro giorno da Palazzo San Francesco. Sostanzialmente gli uffici, dopo aver svolto le dovute verifiche sull’anomalia rilevata nell’ultima seduta di assise civica dalla consigliera comunale, Teresa Nannarone, hanno dichiarato improcedibile la fase selettiva. Tutto da rifare. Per aggiudicare l’appalto ad un unico concorrente, tale circostanza deve essere inserita nel bando come da disposizioni del decreto regio nel 1924, ancora “moderno” e attuale. Si evidenzia che anche nel 2019 fu bandita la gara con la stessa identica condizione e fu assegnata anche in presenza allora di una sola offerta . Lo stesso valeva per almeno altri tre appalti che il Comune ha assegnato, nell’ultimo periodo, con la stessa procedura. Lo scenario che si apre è piuttosto delicato. Alle porte del ferragosto, quando mancano poche settimane all’avvio dell’anno scolastico, le famiglie restano con il fiato sospeso. La tensione diventa palpabile soprattutto sui social dove qualcuno ha chiamato in causa gli amministratori comunali per le determinazioni del caso. Arrivare a ferragosto con una situazione imbarazzante segna un altro precedente per l’amministrazione, ovviamente nell’accezione negativa. “E’ fondamentale in questa fase riavviare subito le procedure per istruire le gara. Gli uffici, nell’alveo della legittimità, individueranno la migliore situazione per la ripartenza del servizio senza disagi”- afferma il sindaco, Gianfranco Di Piero. Al vaglio, tra le altre cose, ci sarebbe anche una proroga tecnica al precedente gestore, nelle more dell’istruzione della gara, anche se qualche osservazione sarebbe arrivata in merito per il principio di rotazione. Tuttavia va rilevato, nell’ambito della strutturazione del bando, un’anomalia sui prezzi. Non a caso, nonostante alla gara aveva risposto l’unico raggruppamento d’imprese, alla cui guida figura Beniamino Di Ienno, commercialista associato allo studio del consigliere dem, Mimmo Di Benedetto, altre sei aziende avevano preso visione del capitolato, si sono accreditate sulla piattaforma del Comune ed effettuato regolare sopralluogo senza partecipare alla fase selettiva. Questo qualcosa vorrà pur dire. Il sistema dei prezzi, a prescindere dal decreto regio, non invoglia le imprese, innanzitutto per il costo elevato del personale numericamente necessario e richiesto nel capitolato per espletare il servizio completo ma anche per il costo del portale che rileva le presenze e incassa i ticket, il quale incide, ad esempio, per 50 centesimo ad alunno. Senza contare il requisito dei mezzi elettrici per trasportare i pasti e le attrezzature da mettere a disposizione. Questo vuol dire che rifare il bando e convincere le imprese a partecipare e farsi carico del servizio competerà probabilmente un aggravio di spese per il Comune e soprattutto per le famiglie che vedranno lievitare sensibilmente almeno oltre i sei/sette euro il costo del singolo pasto . Le famiglie intanto restano con il fiato sospeso, preoccupate per la sorte del servizio. “Finora anche la tracciabilità dei pasti è chiara, perchè il gestore da anni si serve delle imprese del territorio. Siamo arrivati a metà agosto e nessuno ci sa dire come si intende procedere”- protesta qualche genitore che sarà costretto ad un andirivieni quotidiano tra scuola e cucina di casa . Considerato anche il programma scolastico che non potrà attuarsi causa il mancato tempo prolungato, il rischio di un digiuno forzato non è poi così improbabile.

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