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SULMONA – C’erano delle falle nel sistema di sicurezza della Asl 1. Falle che gli hacker del gruppo Monti, al loro esordio con questo nome sulla scena internazionale, hanno individuato per insinuarsi nel sistema. La situazione è critica soprattutto perchè i pirati informatici sono riusciti ad appropriarsi, criptandolo, perfino del backup, la cosiddetta cassaforte dei dati che, dicono gli esperti, non doveva essere connessa alla rete. Per questo la task force della Asl, al lavoro da giorni, sta facendo una fatica immane per ripristinare il sistema. Per il gruppo criminale, che ha già pubblicato sul dark web una parte dei dati, un colpo del genere è ordinaria amministrazione. Il loro movente non è la politica ma il business criminale. Gli hacker, spesso con base nell’Europa dell’Est, in Russia in particolare, setacciano il web fino a quando non trovano un buco e vi entrano. Chi ha un sistema obsoleto e senza un sistema di sicurezza adeguato risulta più vulnerabile. Per questo l’agenzia per la cybersicurezza nazionale da tempo lancia allarmi sull’importanza di aggiornamenti capaci di rendere sicuri i sistemi informatici. La Polizia Postale sta supportando in questi giorni la Asl per decriptare i dati e individuare i responsabili il prima possibile. Chi dovesse scaricare i dati, già pubblicati sul dark web, commetterebbe un reato. Gli unici delegati a farlo sono gli agenti della Polizia Postale. Intanto la ripartenza risulta abbastanza lenta, soprattutto nel Cup di Sulmona e in ospedale. Il tutto mentre i dati di nonna Maria e zio Alfredo, malati oncologici, vengono in possesso degli hacker. Per non parlare della cartelle cliniche dei detenuti. E’ probabile, anzi quasi certo, che la prossima task force sarà dedicata al risarcimento danni

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