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SULMONA –  Da quell’incidente che risale al maggio del 2015 la sua vita cambiò per sempre. Allora aveva solo quattro anni ed oggi ne ha nove. Per lui, da un po’ di tempo, è iniziata la battaglia legale per il riconoscimento dell’handicap di gravità che dà diritto a un piano di sostegno scolastico a tempo pieno e all’accompagnamento. La storia è quella di Giovanni (nome di fantasia), un bimbo di nove anni che ha ritrovato il sorriso dopo la perizia del Tribunale di Sulmona che ha ribaltato la valutazione dell’Inps. Una vicenda giudiziaria che arriva alla fase decisiva e che vale la pena raccontare. Andiamo con ordine. Tutto comincia nel maggio di cinque anni fa dopo un gravissimo incidente. Il bimbo rischiò di perdere la vita e si salvò miracolosamente. Le conseguenze di quell’episodio furono molto gravi: trauma cranico contusivo, l’emiparesi ( perdita parziale di una parte del corpo) e l’esotropia all’occhio destro con deficit motorio e della vista. La commissione Inps riconosce solo una forma di handicap semplice ( articolo 3 comma 1 legge 104) e l’indennità di frequenza. In sostanza il bambino ha diritto al sostegno scolastico ma non a tempo pieno. Comincia quindi la battaglia legale con la famiglia che incarica l’avvocato del foro di Sulmona, Catia Puglielli, di impugnare il verbale Inps. Il legale intenta la causa e il Tribunale nomina come perito Nunzio D’Orazio che ribalta la situazione. “Il minore è invalido con impossibilità a svolgere alcuni compiti e alcune funzioni proprie della sua età, con diritto all’indennità di accompagnamento ed è portatore di handicap in situazione di gravità”- si legge nella perizia- “si ritiene di fissare la data di riconoscimento del diritto ai benefici a quella della domanda, in quanto le condizioni erano identiche alle attuali”. Per Giovanni non è ancora finita. La perizia del Tribunale è favorevole ma per il riconoscimento dei suoi diritti serve il decreto di omologa del giudice o una sentenza in caso di discussione nel merito. E’ una storia come tante che indubbiamente fa riflettere. Burocrazia e umanità non sempre vanno insieme come pure le persone in difficoltà devono sapere quale percorso seguire per il riconoscimento dei propri diritti.

Andrea D’Aurelio

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