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SULMONA – Tentata estorsione, minaccia e lesioni. Queste le accuse, a vario titolo, che vengono contestate a sette persone, di cui cinque appartenenti ad un unico nucleo familiare. Per loro è stato disposto il giudizio immediato da parte della Procura della Repubblica di Sulmona che ha optato per la citazione diretta, bypassando la filiera dell’udienza preliminare. Il processo si aprirà il prossimo 14 marzo. Una vicenda balzata alle cronache nei mesi scorsi dopo la perquisizione eseguita a casa di una 49 enne sulmonese che ha permesso agli inquirenti di sequestrare i telefoni cellulari in uso agli imputati e analizzare tabulati e conversazioni che avrebbero portato a confermare l’accusa di minaccia e tentata estorsione. L’inchiesta di Procura e Polizia è scaturita dalla denuncia di una donna, residente in un paese del circondario, che aveva chiamato in causa le forze dell’ordine nell’ultimo periodo dopo le continue diatribe tra le due famiglie nonché per le richieste di denaro. Alla base della tentata estorsione ci sarebbe la pretesa di un bracciale in oro a fronte di un prestito in denaro di circa mille euro. Bracciale che non è stato rinvenuto dagli investigatori all’interno dell’abitazione della 49 enne. Tra gli oggetti rinvenuti e sequestrati, pure alla base della presunta e tentata estorsione, compare una vecchia affettatrice. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’aggressione subita la scorsa estate da un figlio dell’imputata da parte di un gruppo di giovani che avrebbe al suo attivo anche uno dei figli della persona offesa. Un episodio che avrebbe generato una sorta di vendetta e ritorsioni a catena secondo gli inquirenti tant’è che l’indagine si è ampliata e a processo sono finiti una 20 enne, un 18 enne che avrebbe cagionati lesioni giudicate guaribile in venti giorni ad uno dei figli della 49 enne e un 29 enne che avrebbe costretto la querelante ad allontanarsi da un bar cittadino dietro presunta minaccia. I sette dovranno quindi presentarsi nella prossima primavera davanti al collegio del Tribunale di Sulmona. Restano in essere le misure cautelari del divieto di avvicinamento per quattro dei sette imputati (la 49 enne, il compagno calabrese e due dei suoi figli).

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