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ANVERSA DEGLI ABRUZZI – Gettano il cadavere nella grotta per incassare la pensione ma respingono ogni addebito. Anche la nuora di Bruno Delnegro, 81 enne di Trani trovato senza vita la scorsa estate a Castrovalva di Anversa degli Abruzzi, pur provata dal clamore e dai sospetti pesanti che aleggiano su di lei, il compagno e gli altri fratelli del pensionato, respinge le accuse, rimarcando anche di aver assistito l’anziano insieme al compagno dopo l’intervento al femore. «Non so nulla di tutta questa storia, sono sconvolta. Io ho sempre lavorato, ho tre figli» taglia corto la donna. Per il tramite dei suoi legali, nei giorni scorsi, anche uno dei figli dell’anziano si era proclamato estraneo ai fatti, riferendo di non avere alcun rapporto con il padre da anni e di non conoscere nemmeno l’entità degli emolumenti pensionistici. Lo stesso ha inoltre chiesto alla Procura di Sulmona l’autorizzazione per esumare la salma dell’anziano padre. Ad una settimana esatta dalla notizia della risoluzione del giallo, i risvolti inquietanti della vicenda continuano a scuotere le due comunità di Trani e Anversa. Le indagini dei Carabinieri hanno dato un nome a quel corpo anonimo trovato abbandonato, nudo, violentato dalla lucida freddezza con la quale uno o più dei suoi figli non si sarebbe fatto scrupolo di togliere ogni dignità alla salma del proprio padre in cambio di una pensione a fine mese. Non si erano voluti arrendere i Carabinieri del nucleo operativo abruzzese e avevano continuato a indagare sottotraccia, una volta risaliti all’identità del corpo grazie alla placca inserita a seguito di un intervento al femore – per il quale si presume dunque che il povero Bruno Delnegro fosse allettato; da quel momento, in assenza di alcuna denuncia di scomparsa e la pensione regolarmente spesa attraverso il conto corrente su cui era versata, ha cominciato a prendere sempre più corpo l’agghiacciante verità e il sospetto nei confronti dei più stretti congiunti. Le telecamere di sorveglianza, installate nel casello autostradale di Cocullo, avevano rilevato la presenza di un’ autovettura compatibile con quella di uno degli indagati: con la compagna per soppressione di cadavere, con gli altri per truffa all’Inps e uso indebito di carta di credito. Ulteriori indagini stanno cercando di ricostruire ogni dettaglio della dinamica di questo crimine, probabilmente proprio a partire dall’intervento di ricostruzione del femore e da quell’allettamento:

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