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CASTEL DI SANGRO – “Mi sono inventata tutto”. Ha ritrattato nella caserma dei carabinieri del suo paese di origine, nel foggiano, la 43enne che lo scorso dicembre aveva denunciato la violenza sessuale di gruppo in una struttura ricettiva dell’Alto Sangro dove lavorava come cameriera. La donna, che aveva fatto perdere le tracce dopo i primi esami in ospedale, è stata rintracciata dai militari che l’hanno sentita in caserma come persona informata dei fatti. Il colpo di scena è avvenuto proprio nel corso della deposizione. “Nessuno mi ha stuprata”- ha riferito la donna ai carabinieri che continuano ad indagare sulla vicenda per capire che cosa è realmente accaduto lo scorso 7 dicembre nell’albergo di un piccolo paese dell’Alto Sangro e soprattutto perchè la 43enne ha cambiato la versione dei fatti. La vicenda si tinge di giallo. Al momento la donna rischia di finire sotto inchiesta per simulazione di reato. La procura della repubblica di Sulmona aveva aperto un fascicolo contro ignoti. La 43 enne, che si trovava in provincia dell’Aquila come cameriera dell’hotel, si era recata nel pronto soccorso dell’ospedale di Castel di Sangro, riferendo ai sanitari di essere stata stuprata da quattro persone, due siciliani e due afgani, con circostanze e modalità non precisate. Dall’ospedale era partita la segnalazione ai carabinieri che si erano recati sul posto per acquisire i referti e avviare i vari accertamenti. Tuttavia la donna, dopo aver ricevuto le cure del caso, aveva firmato le dimissioni, rifiutando perfino la visita ginecologica ed altri esami di routine. La sera stessa si era allontanata, facendo perdere le tracce. Poi la “confessione” in caserma. L’inchiesta va avanti.

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