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ISERNIA – Arrivavano in Italia come turisti e dopo pochi mesi tornavano a casa da cittadini italiani. Tutto questo avveniva tra l’Abruzzo e il Molise a beneficio dei brasiliani. Con l’accusa di corruzione in atti d’ufficio e falso ideologico, Costantino Cianfaglione e Danesa Palombizio, rispettivamente ex vice sindaco ed ex assessore del comune di Pratola Peligna, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Isernia. Con loro vanno a processo altri quattro imputati. I fatti, tutti avvenuti a Castel Del Giudice, risalgono al biennio 2016-2017. L’inchiesta contava inizialmente ben 17 indagati, tra cui il sindaco del paese. Secondo le ipotesi di reato formulate dai magistrati inquirenti, gli imputati a vario titolo e in accordo tra loro, avrebbero messo su una organizzazione con la quale i richiedenti provenienti dal Brasile offrivano denaro e altre utilità agli amministratori pubblici al fine di far compiere loro atti contrari ai doveri d’ufficio e, nel caso specifico, rilasciare la cittadinanza per diritto di sangue (iure sanguinis), pur in mancanza della documentazione prevista dalla legge, in particolare in assenza del requisito della dimora abituale. Ogni straniero avrebbe versato una quota di 300 euro e fatto alcuni regali come cesti natalizi e casse di vino. Il funzionario comunale, a quel punto, procedeva all’iscrizione anagrafica. I due ex amministratori peligni, difesi dagli avvocati Alessandro Margiotta e Giovanni Mastrogiovanni, sono pronti a respingere tutte le accuse, dichiarandosi completamente estranei ai fatti. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 28 febbraio davanti al Tribunale collegiale di Isernia.

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