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SULMONA – Comuni chiamati a deporre davanti alla magistratura contabile per l’inchiesta aperta sulla gestione del Cogesa. Arriva il giorno della verità per la partecipata peligna che nelle ultime settimana è stata visitata delle Fiamme Gialle per il completamento dell’acquisizione di faldoni e documenti. Non si esclude l’apertura di un fascicolo presso l’autorità giudiziaria in caso di anomalie al vaglio degli inquirenti. Nei prossimi giorni la Guardia di Finanza tornerà negli uffici di Sviluppo Italia per l’ultima fase di acquisizione. Intanto oggi per i comuni di Sulmona, Pratola Peligna e Raiano, principali azionisti della società che si occupa del servizio rifiuti, convocati per l’adunanza pubblica al fine di affrontare le singole criticità. Davanti ai giudici contabili si presenteranno i sindaci di Sulmona, Pratola e Raiano che hanno depositato le rispettive memorie entro il termine previsto dello scorso mercoledì. Una convocazione che la Corte dei Conti ha voluto per approfondire la questione. Era lo scorso 19 marzo quando la Corte dei Conti aveva chiesto ai comuni soci e alla partecipata di fornire l’intera filiera della documentazione riguardante la gestione della società degli ultimi cinque anni, dal 2018 al 2022. Al vaglio di Corte dei Conti e Guardia di Finanza è puntata sui seguenti aspetti: l’affidamento da parte del Cogesa, di consulenze e collaborazioni a professionisti incaricati; rimborsi spese corrisposti agli amministratori; procedure di assunzione del personale nonché le spese sostenute dal Cogesa per oneri accessori e utenze telefoniche; il metodo con cui avviene la selezione del Rup (Responsabile unico del procedimento), e del supporto Rup e tutti i compensi erogati agli stessi; lo svolgimento da parte del Cogesa di attività relative al rifacimento strade, alla manutenzione di immobili e la manutenzione del verde eseguite a favore di alcuni Comuni soci. Infine, gli affidamenti diretti di contratti di servizi. A sollecitare l’inchiesta dei giudici contabili era stata la consigliera comunale, Teresa Nannarone, la quale dopo essere venuta in possesso, con non poche difficoltà, della documentazione relativa ai settori e alle attività amministrative degli ultimi tre anni, precedentemente elencate, aveva evidenziato anche al sindaco di Sulmona, l’elenco dettagliato delle presunte “forzature” e violazioni amministrative eseguite dal Cda e dagli stessi dipendenti.

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