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SULMONA – Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha disposto il giudizio immediato per padre e figlio residenti a Pratola Peligna, A.F. e A.F. rispettivamente di 46 e 20 anni, tratti in arresto lo scorso ottobre dal Nucleo Operativo dei Carabinieri della compagnia di Sulmona, per i colpi di pistola contro le abitazioni. Per il Gip le esigenze cautelari sono talmente solide che non hanno bisogno del filtro dell’udienza preliminare, come aveva fatto notare la Procura. Entrambi, che si trovano ancora agli arresti domiciliari, dovranno comparire davanti al giudice il prossimo 27 marzo. Padre e figlo sono considerati dagli investigatori i presunti autori degli atti intimidatori posti in essere a Pratola Peligna il 4 febbraio dello scorso anno e a Raiano il 20 maggio. La svolta nelle indagini era arrivata nei mesi scorsi quando i Carabinieri avevano fermato e arrestato il 46 enne con una pistola nell’auto calibro 765. Le analisi svolte dal laboratorio del Ris avevano permesso agli investigatori di venire a capo della vicenda. Stessa pistola e stessi proiettili utilizzati negli atti intimidatori di febbraio e maggio 2023. Le accuse a vario titolo sono di esplosione di colpi di arma da fuoco e porto abusivo di arma clandestina. Vanno avanti gli accertamenti per verificare se può esserci anche un collegamento con altri atti intimidatori posti in essere sul territorio, in particolare con gli incendi dolosi. A tal proposito il 20 enne è finito sotto inchiesta per aver bruciato la vettura di proprietà madre di un suo rivale. Episodio avvenuto a Raiano il 15 ottobre scorso mentre si continua ad indagare sul rogo in fotocopia, verificatosi nello stesso periodo, a Pratola Peligna.

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