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SULMONA – Era finito sotto inchiesta per aver calunniato la Polizia durante la perquisizione antidroga. Ma nessuno dei testimoni ha confermato la circostanza nelle sommarie informazioni. Per questo ieri è arrivata la sentenza di non luogo a procedere per un giovane di Sulmona di circa 30 anni che la sera del 31 luglio 2020, nei pressi della Villa Comunale di Sulmona, era stato sottoposto ad un controllo antidroga che gli operatori del Commissariato stavano svolgendo in collaborazione con la Divisione Anticrimine di Pescara per le vie e le attività del centro storico. Fermato e perquisito, il 30 enne era stato portato presso gli uffici del Commissariato per gli adempimenti di rito. Dall’operazione più che stupefacenti sarebbero uscite calunnie, almeno secondo l’imputazione. Il giovane era accusato di aver riferito ad alcuni passanti in centro storico di essere stato colpito sul sopracciglio da tre operatori di Polizia tramite una torcia, mentre veniva controllato. Una dichiarazione da perseguire per legge secondo l’allora Vice Questore aggiunto e Dirigente del Commissariato, Antonio Scialdone, che segnalò il caso all’autorità giudiziaria. Peccato che nessuna delle persone sentite a sommarie informazioni ha confermato tale circostanza. Il giovane, difeso dall’avvocato Annasara Di Pietro, è stato prosciolto dal Gup con sentenza di non luogo a procedere. Secondo il giudice l’accusa non è solida per essere sostenuta in giudizio.

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