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L’AQUILA – Era finito sotto processo per aver costretto una sua conoscente a subite atti sessuali. Ma un 33 enne residente in città, L.S., di origine venezuelana, ottiene l’assoluzione bis dall’accusa di violenza sessuale. I giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno confermato la sentenza di primo grado adottata nel 2021 dal collegio giudicante del Tribunale di Sulmona. Ad impugnare il proscioglimento, nel secondo grado di giudizio, era stata la Procura. Stando agli atti d’indagine il giovane, sorprendendo alle spalle una sua conoscente, con atteggiamenti subdoli e repentini, le avrebbe palpeggiato con la mano sinistra i glutei, costringendola a subire atti sessuali, con l’aggravante di aver commesso il fatto col capo coperto del cappuccio della felpa. I fatti risalgono al 27 maggio del 2017. In aula era stata prodotta una registrazione dell’ultimo minuto. Si tratta di file audio che, secondo l’accusa, avrebbe fatto emergere tutte le circostanze contestate grazie alla confessione che l’imputato fece al fidanzato della vittima. Ma quella registrazione, per i giudici del Tribunale di Sulmona e per quelli aquilani, non è utilizzabile poichè depositata dopo la chiusura delle indagini preliminari. Il 33 enne, difeso dall’avvocato, Alessandro Margiotta, se l’è cavata. Assolto anche in appello.

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