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SULMONA – No dei dirigenti scolastici del comprensorio alla settimana corta per risparmiare e far fronte al caro energia. Nelle 20 scuole superiori distribuite sul territorio provinciale, i 18 mila studenti non subiranno cambi di orari o modifiche salvo qualche eccezione. La Provincia spera, però, di non vedersi raddoppiate le cifre per le utenze. La spesa annua sostenuta per luce e gas nelle scuole di competenza è di un milione e mezzo di euro. Per il presidente della Provincia Angelo Caruso la spesa potrebbe raddoppiare, vista la situazione, entro la fine dell’anno. Per le aree montane la soluzione della settimana corta secondo il presidente Caruso non è idonea in quanto non si possono spegnere per due giorni i termosifoni altrimenti le temperature scenderebbero troppo come non si possono rivedere gli orari delle lezioni perché poi si dovrebbero riorganizzare i trasporti. Sulla stessa lunghezza d’onda sono i presidi delle scuole. “Fare la settimana corta significa proporre le ore di 50 minuti, quindi, significa di fatto ridurre il tempo scuola perché l’attivazione dei servizi per le attività pomeridiane comporterebbe altri costi. Sono favorevole all’uso delle tecnologie nella didattica ma credo che la DAD, un giorno a settimana, sia un’ipotesi pericolosa perché sappiamo che andrebbe a penalizzare gli studenti più deboli. Io credo che, dopo due anni e mezzo di pandemia, possiamo contare i danni della dad e del tempo scuola ridotto. È il momento di concentrarsi sulle competenze, gli studenti hanno tanto da recuperare e ogni minuto è d’oro, non accorciamo il tempo scuola”- interviene la Dirigente Scolastico del Polo Ovidio, Caterina Fantauzzi. Per Cinzia D’Altorio, preside dell’Istituto Alberghiero di Roccaraso, il punto focale invece è: puntare su scuole green. Cioè educare alla sostenibilità. Investire sulla sostenibilità. Generare cultura del risparmio. “Questo porta ottimi benefici e a lungo termine. Questo l’effetto domino da attivare non le boutades di chi in questi giorni pensa di risolvere un problema globale chiudendo il sabato e allungando comunque l’accensione degli impianti i tempi sottratti al sabato. L’orario di ciascun indirizzo è di legge e non si può decurtare. Neanche le ore di lavoro di ciascun docente”- incalza D’Altorio. Insomma la proposta non trova alcun riscontro soprattutto dopo una pandemia che ha costretto gli studenti a restare incollati dietro un pc, senza poter pienamente strutturarsi per diventare i cittadini del domani.

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