SULMONA – Il sindaco, Gianfranco Di Piero, entra “in camera di consiglio”, per usare un’espressione tipica del giovedì di cronaca giudiziaria. Dopo la conferenza stampa della consigliera comunale, Teresa Nannarone, che avrebbe colto di sorpresa il primo cittadino, si complicano gli scenari per la composizione della nuova maggioranza di Palazzo San Francesco tant’è che gli stessi addetti ai lavori rimettono sul tavolo l’ipotesi di un commissariamento e di uno scioglimento anticipato della consiliatura. Non che la Nannarone avesse stravolto il tenore delle consultazioni e delle trattative in atto. La stessa infatti ha riposizionato nelle mani del sindaco il “cerino” delle decisioni, tenendo conto che il riequilibro di una squadra passa anche per la definizione chiara di metodi, nomi e deleghe. Richieste precise in ordine ad una rosa di candidature, taglio di discontinuità e competenze eventualmente da rimodulare. Forse il sindaco avrebbe potuto tenere le consultazioni “in diretta”, per informare passo dopo passo la città sulle decisioni dei singoli gruppi. Tuttavia ora il primo cittadino ha sostanzialmente due possibilità: formare la giunta nel silenzio della sua stanza, nonostante l’ex aequo, o rassegnare le dimissioni. Di Piero potrebbe infatti contare su Petrella per arrivare al numerico otto ad otto e su un paio di consiglieri “diplomatici” che ci penserebbero più di una volta prima di staccare la spina al sindaco. Certo è che nessun inquilino di Palazzo va avanti senza il benestare dell’assise. Per cui in questa fase è necessario rilevare, in via generale, una scarsa propensione all’assunzione di responsabilità anche da parte del Consiglio Comunale. D’altronde un nuovo progetto è possibile ma se la scadenza del 10 marzo è pressocchè ipotizzabile, si rischiererebbe di tornare al punto di partenza già la prossima primavera.