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Un gruppo di associazioni che si occupano di salute promuovono un documento contro il regionalismo differenziato: preoccupano le ricadute su ambiente e sanità. La mancata unitarietà di intervento in questi ambiti potrebbe mettere a rischio la salute dei cittadini, incrementando le disuguaglianze sociali. Attualmente il decreto legge Autonomia, del leghista Roberto Calderoli, mira a rendere operativa questa possibilità. Nel documento redatto dalle associazioni vengono messe in luce tutte le criticità che comporterebbero ulteriori forme e condizioni particolare di autonomia delle regioni, riguardanti ben 24 materie che sono state riconosciute di potestà legislativa concorrente con lo Stato, tra le quali spiccano la tutela e sicurezza sul lavoro, l’istruzione, la produzione il trasporto e la distribuzione dell’energia e, ancora, la tutela della salute e il governo del territorio.
In particolare, la mancata omogeneità di intervento sui determinanti ambientali di salute su tutto il territorio nazionale porterebbe all’ esasperazione del divario economico tra regioni. In quelle a minor reddito, comprometterebbe la prevenzione primaria nello sviluppo di patologie ambiente correlate, con l’inevitabile ripercussione di una maggiore incidenza di tali malattie.
“Le associazioni –si legge nel documento– sono fortemente contrarie al regionalismo differenziato sia per le ricadute sanitarie che per quelle ambientali e ritengono che questo sancirebbe la secessione delle regioni ricche determinando, nei fatti, la frantumazione dello stato unitario”.

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