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SULMONA. “L’istanza rappresentata scaturisce dall’esigenza di porre in essere i necessari adempimenti tecnico-amministrativi volti alla definizione delle attività progettuali prodromiche all’esecuzione dei lavori del plesso, per giungere all’obiettivo finale del rientro nel relativo istituto scolastico, temporaneamente collocato nella sede provvisoria dell’ex convento di S. Antonio”. E’ quanto scrive la provincia dell’Aquila che ha chiesto ufficialmente alla procura il dissequestro degli istituti sulmonesi del De Nino-Morandi, chiusi dieci anni fa, il 17 ottobre 2014, per l’inchiesta sui presunti lavori sbagliati post sisma, ormai finita in prescrizione. A riportare la notizia è il quotidiano Il Centro. L’impegno era stato assunto lo scorso gennaio, nel corso di un tavolo in prefettura, dal momento che il processo penale a carico di sette imputati, che erano finiti davanti al giudice per truffa e falso ai danni dello stato, si è chiuso con la sentenza di prescrizione. A spingere la provincia per chiedere il dissequestro è stato il comitato civico, presieduto dal professore, Franco D’Amico, che ieri aveva annunciato una nuova protesta, chiamando di nuovo in causa il prefetto, Giancarlo Di Vincenzo. “Quello della provincia è un atto dovuto che arriva, tuttavia, dopo dieci anni e dopo la nostra insistenza”- interviene D’Amico- “in queste ore ci stiamo relazionando costantemente con la prefettura, che ringrazio, per l’interesse che sta mostrando verso questa annosa vicenda. Resta il tasto dolente della sede storica, per la quale non molleremo e porteremo avanti la nostra battaglia”. Il prefetto potrebbe fissare un nuovo tavolo per i prossimi giorni per rimettere mano al passaggio di consegne tra il provveditorato alle opere pubbliche, finora soggetto attuatore per l’esecuzione dei lavori e la provincia dell’Aquila. Un processo che, a quanto pare, si è fermato o comunque risulta incompleto e il nuovo incontro servirà a chiarire. La gara annunciata per primavera, per il momento, resta sospesa.

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