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“Jin, Jiyan, Azadi”: “Donna, Vita, Libertà. Dalle nostre montagne, alle vostre montagne” è la scritta che appare su uno striscione ambulante in questi ultimi giorni. Realizzato da un gruppo di donne di Calascio per rilanciare il grido di libertà delle donne del Medio oriente, dalla Rivoluzione delle donne del Kurdistan, alla resistenza in Turchia, Iran e Afganistan, contro le feroci dittature islamiste e misogine.

Lo slogan è stato coniato dalle donne curde, scandito durante la sepoltura di Jina Amini, la ventiduenne arrestata e poi uccisa dalla polizia religiosa morale della Repubblica islamica dell’Iran, colpevole di aver indossato, in maniera scorretta, il velo in un luogo pubblico. La settimana scorsa campeggiava sul castello di Roccacalascio; ieri è stato accolto da Sabrina Ciancone, sindaca di Fontecchio, su Palazzo Muzi. Dopo Fontecchio, altre comunità potranno ospitare il telo e amplificare l’auspicio: fino alla libertà, fino alla pace. Sarebbe bello, infatti, che tutti i comuni adottassero l’iniziativa.

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